Tutti pazzi per «Chernobyl»: si ragiona sul «seguito»

La miniserie dedicata al disastro nucleare, che è anche la più vista di HBO dal 2001 a oggi, potrebbe avere un nuovo capitolo che non tornerà sugli eventi della prima stagione, ma si concentrerà su un nuovo avvenimento storico

Il sogno di George R.R. Martin, il creatore di Game of Thrones, è diventato realtà: Chernobyl, la miniserie più vista della storia di HBO dal 2001 a oggi, ottiene ben diciannove nomination agli Emmy Awards, e tutte di peso. Un risultato straordinario che si unisce al successo di pubblico e critica che ha accompagnato la serie ideata da Craig Mazin fin dall’inizio, con un punteggio vertiginoso sulla piattaforma Rotten Tomatoes e risultati di ascolto al di là di ogni aspettativa. Era inevitabile, quindi, che il network non ragionasse su un nuovo progetto, che non sarà una seconda stagione ma una prosecuzione ideale sempre legata a un avvenimento storico di rilievo, capace di scuotere le coscienze e riaccendere l’attenzione dello spettatore.

Si ragiona, quindi, su un’altra miniserie a sfondo storico che coinvolgerebbe non solo Mazin, ma anche gli altri produttori esecutivi di Chernobyl: Carolyn Strauss e Jane Featherstone. «Abbiamo un accordo con Craig e ci sono molte idee su cui sta ragionando», rivela il presidente di HBO Casey Bloys al TCA Press Tour estivo. «Ovviamente ha un interesse per la storia, ma non stiamo cercando di farne un franchise. Non ci sono piani per trovare specificatamente un altro disastro causato o meno dall’uomo e parlarne. Ma se ci dicesse ‘Vorrei davvero parlare di questo’ e la storia fosse interessante, fosse importante, saremmo aperti a una possibilità simile. Qualsiasi cosa lo entusiasmasse, entusiasmerebbe anche me».

Difficile ragionare su dove potrebbe cadere l’occhio di Craig – la soluzione più logica sarebbe la bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki, ma si tratterebbe di ricalcare la stessa struttura di Chernobyl e riaprire delle ferite che ci hanno messo anni a cicatrizzarsi – ma, di certo, i numeri sono dalla sua. «Abbiamo avuto ottime esperienze su Sky e BBC», aggiunge Bloys sottolineando il successo della serie anche in Italia e in Inghilterra. «Conosciamo i loro dirigenti, abbiamo lavorato con talenti che ci piacciono, abbiamo condiviso con loro Chernobyl e loro hanno condiviso con noi Caterina la Grande. Immagino che in entrambi i casi la collaborazione continuerà».

Mario Manca, Vanity Fair

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