COCA COLA SUMMER FESTIVAL, COME SI FA UN BRUTTO PROGRAMMA CON BRUTTA MUSICA

E se “l’idillio” tra De Filippi e Suraci fosse al capolinea? Se vi è capitato di vedere lo spot con cui, usando il metodo comparativo, Mediaset sta lanciando il nuovo polo radiofonico, vien da pensare che il sodalizio Fascino – RTL102.5 stia per finire. Ovviamente, siamo tutti uomini di mondo, ci sarà altro modo per lavorare insieme, l’amicizia è amicizia anche in un mondo così crudele come quello della musica. Musica, si fa per scherzare, qui parliamo di Rovazzi e Il Pagante, che c’entra la musica?

di Michele Monina
Partiacoca cola summer festivalmo dalle buone notizie: con lunedì 25 luglio anche questa edizione del Coca Cola Summer Festival è finita e almeno fino al prossimo luglio non ne sentiremo più parlare. Non solo, è molto probabile che il Coca Cola Summer Festival per così com’è non lo vedremo proprio più, e non ne sentiremo la mancanza. Perché, diciamolo una volta per tutta, se è vero come è vero che tutti tendiamo a ricordare con una certa malinconia certi programmi come il Festivalbar o come quelli che andavano in onda su MTV quando MTV era ancora il canale musicale mainstream per antonomasia, il tutto a prescindere dall’effettivo valore dei programmi, in effetti non esattamente dei capolavori e non frequentati da musica indimenticabile, ma proprio in virtù del nostro essere giovani, è anche vero che esiste un limite a quello che può essere l’affetto, e certe cose brutte restano brutte oggettivamente.

E dire che, sulla carta, ci sarebbero state tutte le caratteristiche per tirare fuori qualcosa di interessante. Dietro le quinte ci sono i colossi della musica e della comunicazione oggi, gente che fa tremare i polsi a tutti, o almeno a quelli che hanno polsi disposti a tremare, tipo Mediaset, tipo Maria De Filippi, titolare del programma con la sua Fascino, tipo la Friends and Partners di Ferdinando Salzano, già organizzatrice su RaiUno dei Wind Music Awards e agenzia che cura i live di oltre trenta big della canzone italiana, tipo RTL102,5, radio partner dell’evento, la radio per la Very Normal People che, fino a pochi giorni fa, faceva vanto di essere il colosso radiofonico italiano coi suoi sette milioni di radioascoltatori al giorno.

Insomma, tanti nomi importanti. Nomi capaci di far accorrere un po’ tutti i cantanti in voga. O meglio, tutti i cantanti in voga che in genere appaiono a questi eventi, tipo, appunto, agli Wind Awards. Perché, ma guarda un po’, se a organizzare un evento è una agenzia che cura i live di determinati artisti, stai certo che certi artisti, se disponibili, li ritroverai lì, dentro la tua televisione. Uno dice, ma Mediaset è una rete televisiva privata, può decidere di mandare in onda i programmi con gli ospiti che gli pare. E ci mancherebbe pure altro. Qui non si sta a parlare di illeciti, perché illeciti non ci sono: si sta a parlare di un brutto programma con brutta musica. Perché se in un programma che si svolge per ben quattro prime serate partecipano decine e decine di artisti e il livello musicale è così basso, forse il problema non è in chi organizza, ma in chi propone musica. Chiaro, tra tanta robaccia c’è anche qualche perla, che so?, Max Gazzè, Max Pezzali, Samuele Bersani, Ron, i Tiromancino, ma per la più parte parliamo di canzoni davvero imbarazzanti, roba che se la ascolti in auto mentre stai guidando ti viene da inchiodare in mezzo alla strada, come nella scena di Non essere cattivo di Caligari in cui il protagonista crede di vedere, sotto effetto di allucinogeni, una pullman pieno di circensi nel bel mezzo della carreggiata.

Peccato che qui non ci siano allucinogeni di mezzo, e quando si tratta di ascoltare musica come quella di Elodie Di Patrizi, de Il Pagante, di Fabio Rovazzi, dei The Kolors, solo Dio sa quanto ce ne sarebbe bisogno. Che poi uno dice, come già succede per Sanremo anche qui c’è una sezione giovani che, esattamente come nella kermesse rivierasca, propone le cose più interessanti. Quest’anno in gara: Irama, uno da tenere assolutamente d’occhio, Ermal Meta, Artù, un gigante, Madh e Lelio Morra. Ora, mi chiedo, come è possibile che uno come Ermal Meta, con una sua carriera già alle spalle con La fame di Camilla e con non so più quante hit scritte per praticamente buona parte dei partecipanti allo stesso Coca Cola Summer Festival sia tra i giovani e Fabio Rovazzi, quello che continua giustamente a chiedere scusa per Andiamo a comandare, finto brano partito dal basso, in realtà spinto pesantemente dai soliti noti, o Il Pagante, o peggio ancora Chiara Grispo e Lele Esposito siano tra i BIG? Rovazzi ha fatto una canzone, pure parecchio brutta. Tanto basta a essere un BIG della nostra canzone?

Ripeto, poi ognuno fa nei suoi programmi ciò che vuole, qui ci si limita a sottolineare come il ciò che vogliono la De Filippi, Salzano di Friends and Partners e, per ora, Lorenzo Suraci di RTL 102,5 sia davvero poca roba. Anzi, poca roba e brutta. Ma brutta davvero. Al punto che, quando arrivati alla finale, perché tanto lo sapete tutti che è un programma registrato e che alla fine ha vintoKungs, il dj francese in capo alla Universal, per altro casa discograficpicmonkeya tenuta debitamente in disparterispetto alla presentissima Sony, qui con praticamente tutto il catalogo, e alla Warner, che alla Friends and Partners è legata dalla proprietà, è scoppiata la piccola bagarre sui social dovuti a un tweet stranamente irriverente della solitamente composta e algida Annalisa, data per vincitrice fino alle ultime battute. Un tweet che recitava, vado a memoria, “sono stanca di queste bibite gassate che fanno solo ruttare”: per un momento ci eravamo augurati ci sarebbe almeno stato un po’ di sangue, qualcosa di cui discutere, qualche vaffanculo finalmente detto chiaramente, e non solo pensato. Invece niente, il tutto si è sgonfiato, appunto, come un rutto, un po’ di rumore e poi basta.

Annalisa seconda, Kungs primo (con le radio e la gente sui social a decretare i vincitori, roba che manco Asimov avrebbe pensato). Vincitore tra i giovani Irama. E in mezzo una marea di musicaccia da dimenticare presto.

Resta il nodo di RTL102,5. Se vi è capitato di vedere lo spot con cui, usando il metodo comparativo, Mediaset sta lanciando il nuovo polo radiofonico, sottolineando come con Radio 105, Radio 101, Virgin e affini loro hanno qualcosa come trenta milioni di ascoltatori, contro i sette di RTL 102,5, un po’ come il “ce l’hai piccolo” di Alex Drastico, vien da pensare che l’idillio tra Suraci e il magico mondo della De Filippi stia per finire. Quindi bye bye accordi vari sugli artisti che passano da Amici, quindi bye bye Coca Cola Summer Festival. Ovviamente, siamo tutti uomini di mondo, ci sarà altro modo per lavorare insieme,l’amicizia è amicizia anche in un mondo così crudele come quello della musica. Musica, si fa per scherzare, qui parliamo di Rovazzi e Il Pagante, che c’entra la musica?

Il Fatto Quotidiano

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