Cristiano Ronaldo e l’infanzia umile: «Topi in casa e letti sui mattoni»

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Nel 2019, stando ai dati di ForbesCristiano Ronaldo ha guadagnato 105 milioni di dollari – dietro nella classifica degli sportivi solo al tennista Roger Federer – diventando così il primo calciatore ad aver raggiunto in carriera un miliardo di incasso, tra sponsor e ingaggi. Eppure il fuoriclasse portoghese ha vissuto un’infanzia umile, senza lustrini, all’interno comunque di una famiglia molto unita.

A rivelare alcuni aneddoti del passato di CR7 è sua sorella, Katia Aveiro, che su Instagram ha pubblicato un’immagine della loro storica abitazione, oggi demolita: «Sono nata in una vecchia casa e cresciuta in un quartiere povero», esordisce la cantante e influencer a margine della foto. «Il mio letto era sorretto dai mattoni e quando ero piccola un topo mi ha morso in faccia, non mi vergogno a raccontarlo».

«Grazie a Dio mia madre è arrivata in tempo, altrimenti sarei più brutta di come sono», scherza Katia, che ha 9 anni più di Cristiano e oggi vive in Brasile con l’uomo d’affari Alexandre Bertolucci. La seconda parte del post riguarda proprio mamma Dolores e l’insegnamento dato ai suoi figli, HugoElma, poi appunto Katia e Cristiano: «Ci ha insegnato ad apprezzare quel poco che avevamo», si legge ancora.

«Nostra madre ci ha insegnato a condividere fra noi quello che avevamo, perché la capacità di aiutare gli altri non ha nulla a che fare con quello che possediamo», conclude Katia, che tramanderà ai suoi tre figli questi stessi insegnamenti. «Tutti possiamo e dobbiamo aiutare qualcuno, indipendentemente dalla nostra condizione sociale». Valori che, in effetti, sono rimasti legati a CR7 anche dopo il suo boom.

Ambasciatore di Save the Children e Unicef, Ronaldo si è sempre distinto per il suo spirito solidale: negli ultimi mesi ha messo più volte mano al portafoglio per aiutare il Portogallo ad arginare l’emergenza coronavirus, ma già nel 2017 il sito dosomething.org lo ha eletto la stella dello sport mondiale che dona di più. Un primato nobile, raggiunto ripensando spesso alle sue umili origini.


Nicola Bambini, Vanityfair.it

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