CECCHI PAONE E IL TG4: FEDE MI ODIA, PANNELLA MI AMAVA

Alessandro-Cecchi-Paone_650x447Ora che Alessandro Cecchi Paone conduce il Tg4 delle 19, ciò che gli rimproverano i detrattori — critici tv e politici anzitutto — è di essere un personaggio per ogni uso: da salotto di Barbara D’Urso, da tinello, da telegiornale. Aldo Grasso, sul Corriere, ha ricordato che ai Telegatti protestò perché il Grande Fratello gareggiava fra i «programmi culturali», ma che poi andò all’Isola dei famosi. In effetti, nella sua prima vita, il divulgatore scientifico Cecchi Paone è stato un giovane e compito Piero Angela. Poi, nel 2004, candidato alle Europee con Forza Italia, fa coming out. Ai tempi, il partito non è esattamente gay friendly. Lui si dichiara «omoaffettivo», quindi gay. Non viene eletto. Comincia la sua seconda vita, quella dell’impazzimento. L’abbiamo visto arrivare in sella a un cavallo bianco al talk di Italia 1 Cronache Marziane, posare sui settimanali rosa con giovani fidanzati brasiliani o olandesi, abbracciare Drag Queen in testa ai cortei del Gay Pride. Il coming out venne fuori nella nostra prima intervista. Incontrarlo a cena, per me, è come tornare sul luogo del delitto. Stavolta, di nuovo, incontro un Cecchi Paone elegante e misurato. La sua terza vita è cominciata due mesi fa, quando il 4 aprile ha inaugurato la conduzione di un Tg4 da un’ora. Prima di andare in onda, ha fatto sapere: «I sondaggi mi ritengono affidabile, autorevole e credibile».

Dottor Cecchi Paone, Aldo Grasso ha ammirato, diciamo così, «l’alta considerazione che lei ha di sé». Non è stato l’unico. Si aspettava un’accoglienza meno scettica ?

«No, ma i sondaggi non li ho inventati. Me li ha mostrati Pier Silvio Berlusconi quando mi ha chiamato. Neanch’io immaginavo che mi offrisse conduzione e vicedirezione di un telegiornale. Sapevo di aver fatto cose divisive».

Tipo travestirsi da orso in TV?

«Tipo essere l’unico a esporsi per la libertà della ricerca, l’eterologa, le staminali, i diritti civili. Per anni, ho fatto dalle due alle quattro ospitate al giorno perché su questi temi non parlavano altri».

Non erano più «divisive» le interviste sugli addominali perduti ?

«Il coming out ha scatenato in me un’eruzione, un fiotto di vita. Avevo avuto la sindrome dell’enfant prodige perché già a 15 anni conducevo in Rai il Tg dei ragazzi: ho sempre solo lavorato e studiato. Riconoscendo la mia natura, è venuta fuori la voglia di fare le altre cose che non mi ero mai concesso di desiderare: le vacanze, la discoteca, gli innamoramenti sconsiderati. Non ero mai stato a ballare, mai a Mykonos né a Ibiza, non mi ero mai concesso un chilo in più».

Non ha temuto di perdere credibilità?

«È stato più forte di me. Fino ad allora, avevo parlato solo con la testa, lì ho sentito che dovevo farlo anche con la pancia».

E adesso?

«Ho integrato le due parti di me. E ora che abbiamo una legge sui diritti civili degli omosessuali, comincio una terza vita».

Però, gira voce che non tutti i dirigenti Mediaset siano felici di averla. Specie, pare, il suo direttore Mario Giordano.

«Veniamo da mondi diversi. Io sono un esteta, lui è più per i problemi sociali, lui è cattolico io laico, lui è per le affittopoli, le profugopoli, io per gli esteri e la scienza. Lui vorrebbe sempre i servizi di nera, Padre Graziano, Yara, l’orco di Caivano, io non ho mai detto “orco” e mai lo dirò. Sono il suo sparring partner ideale».

Chiaro che Giordano non la pensi così.

«Pier Silvio mi ha chiesto un Tg che apra a un pubblico più giovane, più colto, più settentrionale. Mi ha concesso tempo per gli ascolti. L’obiettivo è il 5%. Siamo già al 4».

Si è inventato cartelli a lettere maiuscole che Il Foglio ha definito «a prova di cretino»

«Certo. Nessuno sa cos’è il “membro laico del Csm” o la “Brexit”».

Serviva davvero un panama in studio per parlare dei Panama Papers?

«Ho sfoderato anche un bikini per raccontarne i 70 anni. In effetti, oggi mi hanno detto di non esagerare con panama e costumi».

Gliel’ha chiesto Giordano?

«Sul bikini c’è stata una trattativa. Sa? Giorni fa, avevo spiegato il defribillatore usandolo su un manichino. Io ci tengo a Giordano: mi serve il suo punto di vista e ha avuto ragione quando mi ha convinto a parlare di più di cronaca, la composizione del pubblico si è riequilibrata. Ne abbiamo rubato al Tg3, ma stiamo recuperando il nostro che un po’ si era spaventato».

Ho visto il suo tg e mi sono preoccupata per Silvio Berlusconi.

«Perché mai?».

Perché il Tg4 è considerato lo zoccolo duro del suo elettorato e i denigratori hanno sempre detto che l’ex direttore Emilio Fede pigiava su nera e quisquilie affinché quel pubblico restasse nell’ignoranza e votasse Berlusconi. Lei, invece, parla di banda larga, di cultura.

«Ma Mediaset ha sempre fatto cultura. Io ho condotto per 12 anni Macchina del Tempo e Appuntamento con la storia. Bisogna distinguere le singole persone dalle reti».

Quando lei ha esordito, Fede ha fatto battute omofobe e si è proclamato preoccupato per «il suo pubblico delle vecchiette e della famiglia tradizionale».

«Fede ha un problema con me dal 1985. Conduceva Test su Raiuno, in prima serata, finì in un’inchiesta sulle bische clandestine, fu assolto per insufficienza di prove, ma la Rai lo sospese. Lui si vide sostituire da me, uno sbarbatello di 24 anni, e impazzì».

Anni dopo, fu fatto il suo nome per la direzione del Tg4.

«Poveretto, Emilio. Berlusconi-padre mi offrì la direzione nel ’95. Dopo aver seguito la Guerra del Golfo in Fininvest, ero in Rai, e mi voleva di nuovo. Fede scatenò ogni opposizione possibile».

E perché Berlusconi voleva far fuori Fede?

«Lo preferiva in Parlamento, ma non riuscì a convincerlo. Mi andò bene, perché mi diedero la Macchina del Tempo. Spesso i cattivi, senza volerlo, ti fanno del bene».

Ha detto che l’ha chiamata Pier Silvio, non Silvio, al quale però è stato legatissimo negli ultimi due anni, avvicinandolo alla causa dei diritti civili. Non è stato lui a volerla?

«Mi ha telefonato solo quando già ero in onda da due settimane. Era mezzanotte, si fa vivo sempre a ore improbabili. Mi ha suggerito di portare occhiali senza montatura e capelli più corti».

Nessuna indicazione politica?

«Zero».

Eppure, quando lei ha fatto iscrivere la «first lady» Francesca Pascale all’Arcigay e le ha presentato Vladimir Luxuria, le cronache l’hanno incasellata nel «cerchio magico» di Arcore.

«Io ho sempre visto solo lui e Francesca. Mi hanno chiesto di essere consulente dei diritti civili per il partito. Prima, finché non sono usciti baciapile come Roberto Formigoni e Carlo Giovanardi, Berlusconi non aveva potuto farne una battaglia. Poi, Francesca ha una sensibilità forte sul tema e la sua influenza è stata decisiva».

È vero che Luxuria potrebbe candidarsi con Forza Italia ?

«Non mi meraviglierebbe».

Perché lei non ha fatto le sue battaglie con Marco Pannella? Non è più affine ai radicali?

«Per imbarazzo. Nel ’94-’95, Pannella veniva spesso mio ospite a Cronaca in diretta, in Rai. Io ero sposato, non percepivo ancora la mia natura, ma lui sì. Ebbe una sorta d’innamoramento. Un giorno dichiarava all’Ansa che avrei fatto il direttore di Tg, un altro che avrei fatto il segretario dei Radicali. Cosa che mi propose. Io ne ero entusiasta, ma sul piano personale non ricambiavo».

Nessuna attrazione ?

«Dopo, quando ho scoperto di essere gay, mi sono sempre piaciuti i ragazzi giovani: amo poter trasmettere la mia esperienza, il mio sostegno. Credo che lui fosse uguale. Non eravamo fatti per stare insieme».

Quindi?

«Un giorno, feci un discorso al congresso dei Radicali e un quotidiani titolò “ovazione per Cecchi Paone”. Lui mi disse: “Datti una calmata o mi cacciano. Anzi, chiama Berlusconi e chiedi di candidarti con lui”. Andò così».

Chi è il successore di Berlusconi?

«Non c’è. Perché per fortuna, in Italia, il centrodestra non c’è stato e non ci sarà. Per crearlo, Berlusconi ha dovuto allearsi con clericali e postfascisti, ma nelle democrazie occidentali moderne funzionano invece i grandi partiti di centro: nessuno ha mai accusato la Thatcher, Blair o Clinton di essere un pericolo per la nazione».

Spiega così gli ultimi scontri di Berlusconi con Matteo Salvini, Giorgia Meloni?

«Si sta divertendo come un pazzo: capito che non gli serve l’estrema destra, è libero, può fare quello che vuole».

Quindi ?

«Per me è giusto il progetto del Partito della Nazione: noi, più Matteo Renzi. Deve andare bene il referendum… A me piaceva il Patto del Nazareno, poi non so cos’è successo…».

Lei vota a Roma. Ovviamente per il berlusconiano Alfio Marchini?

«Non ora che ha detto che da sindaco non celebrerà le nozze gay. Ha fatto un’uscita del cavolo per raccattare due voti. Voterò il pd Roberto Giachetti».

Se Giordano le chiede una marchetta su Marchini al Tg4?

«Non passa. Non sono passati nemmeno i leghisti. Giordano ama Matteo Salvini, gli piace il suo razzismo, mentre io sono sulla purissima linea dell’accoglienza che dal Papa discende al presidente Sergio Mattarella fino a Renzi».

Le piace Papa Francesco?

«Molto. Grandioso il suo: “Chi sono io per giudicare gli omosessuali?”».

Però, ora, il pontefice ha dichiarato al quotidiano francese La Croix che consiglia l’obiezione di coscienza ai nostri funzionari chiamati a registrare le unioni civili.

«Fa il suo mestiere. Ma prima, il cardinale Camillo Ruini pretendeva che le leggi rispondessero alla sua posizione».

I cattolici, e non solo loro, non sono stati teneri con lei, quando si è dichiarato gay. Chi l’ha ferita di più ?

«Daniela Santanchè quando alla Vita in diretta mi ha urlato “zitto tu che non puoi avere figli e non puoi capire”. Uscito dagli studi, ho pianto. Mi ha addolorato nell’intimo. Io, già da sposato, non ho voluto figli. Succede. Ma sentirmi assegnare un posto fuori natura mi ha fatto male».

Francesca Pascale ha definito la Santanchè «Crudelia Demon».

«Siamo sulla stessa linea. Forse Francesca ha esagerato quando, a una conferenza all’Hotel Vesuvio di Napoli, l’ha accusata di usare borse di marca finte. A me risulta che la Santanchè sia ricca».

Anche con Vittorio Sgarbi, dopo il coming out, è nata una lunga storia di liti.

«Sono il primo a cui ha urlato “capra”. Inspiegabile… Il mio coming out l’ha sconvolto. Prima, mi amava, veniva nei miei programmi gratis e lui è uno oculato. Ha vissuto la mia svolta come un attentato personale alla sua virilità e ora vive l’approvazione della Legge Cirinnà, e il fatto che io mi sia messo tranquillo, come la fine della tenzone fra noi due».

Questa legge la soddisfa ?

«No, ma è meglio averla. Renzi ha fatto il massimo che poteva».

Restano fuori la stepchild adoption e l’accesso all’eterologa.

«Io non voglio figli e questa non è la mia battaglia. Ho fatto tanto per la causa e, in questa terza fase della mia vita, sento di dovermi occupare soprattutto della mia felicità. Desidero un compagno».

È single?

«Da un anno e mezzo. Dopo il coming out, ho avuto due grandi amori. Con Claudio Viana, portoghese, ho convissuto tre anni. È finita quando l’hanno preso al Grande Fratello del suo Paese e ha dovuto fingere una storia etero. Non potevo accettarlo, ma ci vogliamo ancora bene. Poi c’è stato Thomas, un modello veneto-austriaco, bellissimo anche lui. Come con Claudio, ho cercato di aiutarlo. Ho intuito che, con la sua aria da vichingo, potesse sfondare in Asia. L’ho portato a Shanghai, è diventato un top model e ci siamo persi. Ci sentiamo, ma con la distanza non poteva durare».

L’inconveniente di amare una persona più giovane è che fatalmente la perdi?

«Io, non avendo figli, so solo mettere al servizio di chi amo un po’ della mia forza e della mia esperienza. Tengo in conto che lui se ne andrà e io soffrirò».

In un’intervista, diceva di Thomas «io vivo per lui». Una dichiarazione d’amore di cui pochi sono capaci.

«Ho 54 anni, lavoro da 40 e ho una carriera di cui sono soddisfatto. Mi sento un pisello nel mio baccello, come dicevano Stanlio e Ollio. Che altro devo fare, se non amare? In passato, invece, con la sindrome dell’enfant prodige, ero gelido, temevo che il sentimento interferisse coi risultati di lavoro».

Come ha imparato ad amare?

«Con Sherazade, una ragazza persiana, un amore travolgente, spiazzante. Avevo 25 anni, mi ha insegnato a essere totale. Ma era gelosa ed è finita. Dopo, la mia ex moglie Cristina mi ha istruito a una versione più asciutta della totalità, più equilibrata».

Delusioni d’amore: ne ha avute ?

«Più d’una. Ragazzi che mi avvicinavano per trarne vantaggio, finire in copertina…».

Perché ha fatto tante foto e interviste con i suoi fidanzati? A per narcisimo; B per marketing di se stesso; C per marketing della causa gay ?

«Direi C. Volevo passasse l’idea della normalità degli amori omosessuali. Invece, tante scelte di spettacolo, tipol’Isola, le ho fatte perché i sondaggi dicevano che ero considerato autorevole, ma freddo. Per promuovere i diritti civili, dovevo avvicinarmi al pubblico».

Com’è messo a fedeltà ?

«La offro e la chiedo».

Qualche anno fa, ha raccontato di essere stato con un calciatore di serie A.

«Era una balla. Da “piccolo Pannella”, volevo smuovere le acque».

Era una balla anche il flirt con un leader dell’estrema destra?

«Nì. Era solo un leader di provincia. Un consigliere comunale piemontese di Ordine Nuovo».

Perché al Maurizio Costanzo Show, due settimane fa, ha abbandonato lo studio quando Fabrizio Corona l’ha accusata di aver strumentalizzato la sua omosessualità?

«Per non riconoscergli il ruolo d’interlocutore. È condannato per mille reati e ha ammesso di essere stato drogato».

Lei ha mai usato droghe?

«Una sola volta, secoli fa. Avevo una fidanzata che, dopo una canna, faceva un sesso cosmico. Ho provato per vedere se mi dava lo stesso effetto, ma non è stato così».

Qual è, in tv, il limite del trash ?

«Ammiro Paolo Bonolis, ma il suo ultimo Ciao Darwin è indifendibile: in una puntata, ho visto lo stimato matematico Piergiorgio Odiffredi fra concorrenti seminudi incatenati a una ruota e torturati da un gigante nero».

Bonolis lavora a Mediaset. Vuole farsi altri nemici interni?

«Se è per questo, è trash anche Piero Chiambretti quando mette la coda da sirena a Cristiano Malgioglio».

Quale altro programma di Mediaset non le piace?

«Sono arrabbiato con Le Iene che, per fare ascolti, hanno cavalcato la storia del siero di scorpione che cura il cancro e quella del “dottor Stamina” Davide Vannoni».

Ha un’anatema anche per la Rai?

«Virus di Nicola Porro. Chiuderlo (come ha deciso Rai2: terminerà il 2 giugno, ndr) è troppo, ma è uno scandalo che abbia fatto discutere alla pari uno scienziato e Red Ronnie. Sui vaccini, c’è solo la validazione scientifica, non possono esserci opinioni».

Mediaset finirà sotto le insegne francesi della Vivendi di Vincent Bollorè ?

«A me, in azienda, hanno detto che per tre anni non cambia niente».

Mica avallerà il gossip che il patto Vivendi-Mediaset sia già scritto in tutti i sui step?

«Io sto parlando di me. Faccio tre anni al Tg4 e resto a Mediaset tutta la vita. Me l’hanno assicurato e ci credo: non mi hanno mai lasciato a casa».

La Rai, invece, ce l’ha lasciata.

«Per tre anni, dopo il coming out. Su richiesta di una direzione generale breve e clericale».

Cioè di Lorenza Lei.

«Non l’ho detto io. Comunque, su diretta indicazione del cardinale Tarcisio Bertone».

Che ci faceva l’anno scorso all’inaugurazione della sede milanese della massoneria del Grande Oriente d’Italia?

«La mia famiglia è stata vicina a Giuseppe Garibaldi in tante imprese risorgimentali. Abbiamo legami da allora con quel mondo, non c’è niente di male o di segreto».

C’è una battaglia civile che vuole ancora sostenere o si dedicherà solo al Tg4?

«Quella contro il dolore: nessuno conosce e applica la Legge 38/2010 che assicura il diritto dei malati agli antidolorifici».

Mi risulta che sia appassionato di astrologia. Credevo si fidasse solo della scienza. Segue l’oroscopo ?

«Questo non posso dirlo, ma dato che cerco un compagno, so per esperienza che mi trovo bene con Toro, Gemelli, Cancro e Leone».

Cecchi Paone, fra quanto tempo devo tornare per la sua quarta vita ?

«La quarta sarà quando m’innamoro. Ma non torni. Non ha più senso che parli dei miei fidanzati».

Candida Morvillo, Corriere della sera

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