Giornata in ricordo del disastro di Chernobyl: 15 film, serie e documentari da vedere

Il 26 aprile di ogni anno si celebra la Giornata internazionale in commemorazione del disastro di Chernobyl, per ricordare l’incidente nucleare del 1986. Dalla serie tv “Chernobyl” del 2019 targata Sky e Hbo, alla pellicola “Chernobyl 1986” del 2021: ecco alcune delle produzioni che raccontano quei giorni, le conseguenze, i sopravvissuti e cosa succede ora nelle aree proibite

Il 26 aprile di ogni anno si celebra la Giornata internazionale in commemorazione del disastro di Chernobyl. In questa data, nel 1986, in un’Ucraina ancora parte dell’Unione Sovietica, ci fu il disastro nucleare: nella notte esplose il reattore numero 4. L’incidente fu classificato come livello 7, il massimo della gravità. Le morti accertate furono una sessantina, ma le conseguenze dell’incendio durarono mesi e anni. 

Tra film, documentari e serie tv, ecco alcune delle produzioni che raccontano quei giorni

Chernobyl. Partiamo dalla serie tv Chernobyl: targata Sky e Hbo, uscita nel 2019, parte da qualche ora prima dell’esplosione e in 5 puntate racconta i giorni e i mesi dopo il disastro nucleare. Diretta da Johan Renck, ideata e scritta da Craig Mazin, ha nel cast Paul Ritter, Jared Harris, Jessie Buckley, Emily Watson, Stellan Skarsgård. Ha ottenuto ascolti record e diversi premi, compresi Golden Globe e Emmy Awar.

Chernobyl – Un grido dal mondo. È un film del 1991, diretto da Anthony Page, che vuole mettere in luce le conseguenze dell’incidente. Tra i protagonisti c’è Jon Voight: interpreta un medico americano, specialista in trapianti di midollo, che dopo il disastro nucleare va nella zona vicino alla centrale per aiutare i colleghi a curare la popolazione. Gli esterni sono stati girati sui luoghi reali.

Chernobyl Heart. Questo lavoro del 2003, diretto da Maryann DeLeo, ha vinto il premio Oscar come miglior cortometraggio documentario. Racconta, anni dopo il disastro, gli effetti delle radiazioni sulla salute dei bambini: il titolo fa riferimento a un problema al cuore che è stato trovato in molti piccoli. Ad accompagnare la regista in questo viaggio è Adi Roche, attivista che ha fondato Chernobyl Children’s Project International.

Chernobyl Heart. Questo lavoro del 2003, diretto da Maryann DeLeo, ha vinto il premio Oscar come miglior cortometraggio documentario. Racconta, anni dopo il disastro, gli effetti delle radiazioni sulla salute dei bambini: il titolo fa riferimento a un problema al cuore che è stato trovato in molti piccoli. Ad accompagnare la regista in questo viaggio è Adi Roche, attivista che ha fondato Chernobyl Children’s Project International.

Innocent Saturday. È un film del 2011 diretto da Alexander Mindadze. Racconta il giorno dopo il disastro nucleare: a Pripyat, città a due chilometri da Chernobyl, vive Valery Kabysh, un giovane attivista del Partito Comunista che capisce la gravità del disastro ma viene costretto a non parlare per non scatenare il panico. Decide allora di provare a fuggire con la donna che ama.

Land of Oblivion. È del 2011 anche questo film di Michale Boganim. Parte da quei giorni di aprile che hanno cambiato la vita di tante persone. Ad esempio di Anya e Piotr, che si sono appena sposati quando lui parte per partecipare alle operazioni di soccorso. E del piccolo Valery, che prima del disastro ha piantato un albero con il padre Alexei, scienziato. Dieci anni dopo, Anya e Valery tornano in quei luoghi irriconoscibili: non hanno più visto Piotr e Alexei. Delle scene sono state girate nella zona di esclusione di Chernobyl, sotto il controllo delle autorità.


Chernobyl Diaries – La mutazione. Brad Parker dirige questo film del 2012. Racconta di un gruppo di ragazzi americani che, durante una vacanza in Europa, decide di visitare anche la città fantasma di Pripyat, abbandonata dopo l’incidente nucleare. A causa di un guasto al mezzo su cui viaggiano, sono costretti a passare la notte nella zona. È un horror-thriller ispirato al romanzo “The diary of Lawson Oxford” di Oren Peli.

The Babushkas of Chernobyl. Il documentario di Holly Morris e Anne Bogart, uscito nel 2015, racconta delle “Babushkas”, le donne anziane che nonostante le radiazioni hanno deciso di tornare a vivere vicino a Chernobyl. Attraverso le storie di queste nonne, vengono ripercorse le tappe principali del disastro e degli anni successivi.

Il complotto di Chernobyl – The Russian Woodpecker. Documentario del 2016 di Chad Gracia, vincitore del Gran Premio della Giuria al Sundance Film Festival. Al centro ci sono le indagini condotte sul disastro da Fedor Alexandrovic, un artista ucraino che nel 1986 aveva 4 anni. Dopo vari studi e ricerche scopre la Duga: una enorme antenna realizzata con lo scopo di infiltrare la propaganda sovietica nelle comunicazioni degli occidentali e che, secondo Fedor, sarebbe una possibile concausa dello scoppio del reattore. E se non fosse stato un incidente?

Samosely: I residenti illegali di Chernobyl. Documentario del 2017 firmato dal regista italiano Fabrizio Bancale. Racconta di un gruppo di sopravvissuti che, nonostante i divieti, continua a vivere nell’area contaminata di Chernobyl. Per una settimana, Bancale ha vissuto insieme a queste persone nella zona di alienazione.

Samosely: I residenti illegali di Chernobyl. Documentario del 2017 firmato dal regista italiano Fabrizio Bancale. Racconta di un gruppo di sopravvissuti che, nonostante i divieti, continua a vivere nell’area contaminata di Chernobyl. Per una settimana, Bancale ha vissuto insieme a queste persone nella zona di alienazione.

Gli ultimi abitanti di Chernobyl. Protagonisti tredici anziani che hanno vissuto in prima persona il disastro di Chernobyl: tornati alle proprie case dopo essere stati evacuati, raccontano non solo i giorni dell’incidente ma anche cosa vuol dire e quanto sia stato difficile andare avanti. Le loro parole si alternano ai passaggi in rovina. Anno 2018, regia di Franco Zambon.

The Real Chernobyl. Il documentario di Sky News del 2019 unisce alcune scene della serie tv “Chernobyl” a filmati autentici, con ricostruzioni storiche, interviste e testimonianze. La giornalista e produttrice londinese Stephanie DeGroote parla con chi ha vissuto da vicino il disastro: gli impiegati che lavoravano nell’impianto, i soccorritori, le famiglie che abitavano lì vicino. Un racconto diretto a cui si alternano immagini
dell’epoca.

Stalking Chernobyl: exploration after apocalypse. Tanti i temi che si mescolano in questo documentario di Iara Lee uscito nel 2020. Si parla degli “stalker” illegali che si introducono nella zona contaminata, dei tour operator che organizzano visite, degli appassionati di sport estremi che vogliono provare il brivido di praticarli in un paesaggio post-apocalittico, degli urbexer che desiderano scoprire com’è ora il posto: tutte persone accomunate dalla curiosità di entrare nell’area vietata.

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