PATTY PRAVO, L’ICONA TORNA A SANREMO: “SPERO DI NON VINCERE, CHE NOIA QUEL TROFEO…”

Per la nona volta al Festival della Canzone, seek porterà la ballata “Cieli immensi”. “Mi annoiano tutte le cerimonie. Ma vi racconto della mia prima volta all’Ariston”

patty-pravo-È come se Patty Pravo ci fosse da sempre, cialis sale tanto fa parte del paesaggio della musica italiana, tanto chiunque la conosce per i suoi scandali, la sua vita spericolata, i suoi passaggi televisivi fin dai tempi di Studio Uno e Canzonissima, di Lelio Luttazzi, Mina e il bianco e nero. Invece la Nicoletta Strambelli da Venezia, una che da ragazzina frequentava Angelo Roncalli (non ancora Papa Giovanni XXIII) ed Ezra Pound, è sulla scena da solo (per così dire) mezzo secolo: era il 1966 quando ancor minorenne esplose con Ragazzo triste. Ora, a 68 anni, è pronta per il nono Sanremo (più uno), con Cieli immensi, una ballata melodica scritta da Fortunato Zampaglione, «ma vado per divertirmi, spero di non vincere».
Scusi, può ripetere?
“Ma sì, che noia tutte le cerimonie, quel trofeo pesante da reggere e da mostrare a favore di telecamera e di fotografi. Vado per divertirmi, poi accada quel che accada, anche se è un brano ampio come melodia e ha un testo molto bello, va bene per il festival perché lo ricordi subito”.
Prima partecipazione, nel 1970 con Little Tony. Con lui, in duetto, cantò La spada nel cuore. Cosa ricorda?
“Che avevo insistito io per andare, per curiosità. Ennio Melis, il manager della Rca, mi disse che c’era questa canzone. Orrenda, tanto che non l’ho più ricantata in vita mia. Ma la prima sera battemmo Celentano, Little Tony era impazzito di gioia. Comunque un’esperienza molto divertente. Certo, da allora tutto è cambiato, da un clima festoso e una cosa quasi intima siamo passati a un festival gigantesco, tutto televisivo. Mi disturba molto che nel retropalco ci siano centinaia di persone che non c’entrano nulla con la musica. Ma va bene così”.
Chi le farà piacere rivedere all’Ariston?
“Beh Gaetano Curreri degli Stadio, che mi ha scritto canzoni splendide, quel genio di Elio, Noemi che è bravissima, e Arisa che è matta scatenata più di me, ogni tanto mi fa torrenziali e assurde telefonate”.
E ci saranno anche i Pooh, a proposito di cinquantennali.
“Sempre dei grandi, e con Riccardo Fogli, che ai tempi li mollò perché era innamorato di me. Al suo posto arrivò Red Canzian, che ogni tanto dice che accende un cero a santa Nicoletta, per l’opportunità che gli ho regalato”.
Sarà la nona partecipazione ufficiale. Più una: nel 1990 a pochi giorni dall’inizio rifiutò di cantare “Donna con te”.
“E non me ne pento affatto. Una solenne schifezza. A proposito di opportunità che ho dato ad altri, feci un piacere ad Anna Oxa, che la cantò ed ebbe gran successo”.
Lei è sempre speciale, anche nella scelta della cover da interpretare nella serata di giovedì: è la prima cantante che interpreta una sua propria canzone.
“Certo, Tutt’al più, del 1970. Mi piace molto fin da allora. Ma adesso è un’altra canzone, grazie al rapper Fred De Palma, che ha fatto qualcosa di sconvolgente. Sentirete che roba”.
Nel 1987 a Sanremo portò “Pigramente signora”. Un titolo che le si addice perfettamente: venerdì 12 febbraio uscirà il suo nuovo disco, “Eccomi”. Ci ha messo cinque anni per farlo.
“Se le dico che mi avevano spedito 700 canzoni ci crede? Alcune erano semplicemente spaventose, ma ho dovuto ascoltarle tutte, non si sa mai. Alla fine ne sono rimaste una ventina e ho scelto tra queste”.
Con autori mica male; Tiziano Ferro, Gianna Nannini, Giuliano Sangiorgi, Emis Killa, Zibba…
“Mi piace variare e questo disco è molto vario nelle sonorità e nei temi, forse a tenerli insieme c’è una certa sensualità. Le canzoni si sanno ancora scrivere ben, volendo. E gli autori sono quasi tutti amici. Con Gianna Possiedimi è nata al telefono, mentre traslocavo. Ogni tanto si intrometteva la figlia che mi chiedeva di cantarle una mia vecchia canzone che si intitola proprio come lei, Penelope. Con Zibba abbiamo parlato 20 minuti di tutto tranne che di musica: due ore dopo Qualche cosa di diverso era nata”.
Ma c’è anche un giovane semisconosciuto, Giangi Skip, autore di “Nuvole”.
«È andata così. Mi si era rotto il mixer e l’ho portato a riparare da lui. Tra una parola e l’altra è venuto fuori che scriveva canzoni. E a me piace incoraggiare i giovani».
E quando rivede la giovane Nicoletta Strambelli nei vecchi programmi tv cosa pensa?
“Che avevo le palle. Avevo 16 anni, ma venivo da studi al Conservatorio, tutti pensavano di mangiarmi in un sol boccone, invece ero coriacea, facevo quel che volevo io. Mi sono ammorbidita col tempo, ma solo se ne vale la pena”.
E per questo anniversario la tv non l’ha cercata?
“Mettiamola così: potrà esserci una sorpresa di cui ancora non posso parlare…”.

La Repubblica

Torna in alto