Renato Zero “Avevo un figlio e non lo sapevo, finalmente l’ho riconosciuto: Zerowskij”

Tra i numerosi artisti italiani e internazionali intervenuti ad Ischia Global Fest, approda all’isola anche il nostro Renato Zero per presentare il suo film Zerowskij – solo per amore e per ritirare, durante la serata d’apertura, l’Ischia Music Legend Award.

Cantautore, showman, ballerino, attore e produttore discografico. Nel corso della sua lunga carriera ha venduto quasi 50 milioni di dischi ed ha scritto più di cinquecento canzoni, sia testi che musiche, per sé ed altri interpreti, affrontando diverse tematiche. È uno dei cantautori italiani più apprezzati, popolari e di maggiore successo.

Chansonnier, definito anche cantattore per le sue doti istrioniche e provocatorie, fin da giovanissimo si travestiva e si esibiva in piccoli locali romani, dove però aveva anche alcuni denigratori che gli dicevano: “Sei uno zero”. Di qui il suo nome d’arte. Le sue canzoni raccontano di lui, l’uomo, l’artista. Precursore dei tempi nell’affrontare temi come pedofilia, emarginazione, omosessualità, identità di genere, violenza, incomunicabilità, ha raccontato l’amore e il sesso come nessuno prima di lui.

Una personalità così unica, tale da catturare negli anni, un pubblico sempre più vasto di fans, i cosiddetti sorcini, definiti tali per la loro adorazione ai limiti dell’esaltazione.

In un completo rosso sfavillante si presenta sul palco dell’Ischia Global Fest, sempre stravagante, travolgente ed eccentrico, sempre lui, Renato!

Acclamato dal pubblico presente, sottolinea la bellezza e l’importanza del prodotto italiano e si rammarica del pericolo che corriamo visto che «dal vendere i souvenir del Colosseo stiamo rischiando di vendere anche l’originale» e a questo proposito si dice orgoglioso dei suoi prodotti e di non essersi mai svenduto.

Orgoglioso della sua ambizione, senza la quale non sarebbe diventato quello che è oggi: «se non ci avessi creduto cari miei, avreste applaudito il nulla questa sera».

Continua poi elencando tutti i grandi artisti con i quali si è trovato a lavorare, da Fellini a Tim Burton, da Luciano Pavarotti a Mina, mantenendo sempre la sua regola, quella di non svendersi mai, di difendere sempre la sua anima, la sua vera natura, a volte contestata, vilipesa, spesso anche snobbata: «eppure, dice, siamo qui con Zerowskij, avevo un figlio e non lo sapevo, finalmente l’ho riconosciuto».

E’ un Renato Zero che emoziona e si emoziona, quando, prima di cantare uno dei suoi storici pezzi,Amico, in inglese ringrazia l’amico e produttore Andrea Occhipinti per aver distribuito il suo film e raccomanda al suo pubblico: «don’t loose Renato, because I love you sincerely!». È un Renato Zero che non manca di ricordare che «gli artisti veri hanno fatto la gavetta, Charlie Chaplin, Edith Piaf, Nina Simone and many many others», perché, continua «when somebody has got something inside, very strong, he will win, sooner or later».

E concludendo con I migliori anni della nostra vita, saluta tutti  con la sua affettuosa raccomandazione di sempre, «Non dimenticatemi eh!».

ilgiornale.it

Torna in alto