Cesare Cremonini lancia “La ragazza del futuro”: “Un album senza pudore e con le braccia larghe”

Esce il nuovo lavoro del cantautore bolognese. Un disco denso, ambizioso, che rappresenta un nuovo punto di svolta. E in estate toccherà al tour negli stadi

Sono passati cinque anni da “Possibili scenari” ma per Cesare Cremonini sembra sia passato molto più tempo.

E’ uscito “La ragazza del futuro” e di questo nuovo lavoro il cantautore bolognese dice che “segna uno spartiacque per la mia carriera artistica e personale”. Un disco che Cremonini definisce “senza pudore, estremamente personale, senza featuring e collaborazioni ma che nasce da un nuovo modo di lavorare e nasce su una riflessione sul ruolo dell’artista italiano oggi”.

Ci sono momenti nella vita di un artista che segnano un punto. E Cesare Cremonini è arrivato a uno di quei momenti. Ha firmato un nuovo contratto discografico, ha rivoluzionato il suo gruppo di lavoro (che lo accompagnava sin dai tempi dei Lunapop) e si è messo a riflettere su cosa significhi essere un artista oggi. Il risultato di tutti questi stravolgimenti è “La ragazza del futuro”: un disco maturo, denso, ricco di stratificazioni e di influenze, in cui Cremonini, in un evidente percorso di evoluzione artistica, fonde il cantautorato di Lucio Dalla con l’epica dei Queen, cita consapevolmente i Beatles (“Jeky”) e l’uso delle chitarre di David Bowie, ma lo fa senza escludere le nuove generazioni dal messaggio di cui vuole farsi portatore. Un disco insomma che per lui è il primo passo verso il futuro. “Se è vero che oggi l’album ha cambiato o forse addirittura perso il suo significato, il ruolo mio come artista e cantautore è di dargli un nuovo significato – spiega -. In un momento in cui il mercato segue un nuovo modo di fruire della musica un artista come me, della mia fascia generazionale, è libero. La discografia non ti dice fai quello che vuoi, ti dice che le regole sono queste ma poi vedi tu come fare. Ora la scelta è tra avere paura, cercare di cavalcare le novità con entusiasmo o sentirsi libero. Questo disco parla un linguaggio più ampio della discografia”.

Il concetto che Cesare ripete più volte è quello di un disco “con le braccia larghe”, per abbracciare più ascoltatori possibili. “Questo è un lavoro che porta un’idea di musica che possa allargare le braccia verso la società – afferma -. Oggi un artista ha un pubblico vastissimo ed è necessaria una funzione civica, collettiva. Che parla alla collettività”. In questa collettività c’è anche il pubblico più giovane al quale Cremonini parla senza ammiccamenti giovanilistici. “Quando un artista prova a parlare anche ai giovani spesso modifica il suo linguaggio – rivendica -. Questo è un disco adulto, dal punto di vista commerciale persino pericolosamente adulto. Ma dice cose importanti anche per i giovani”.

“La ragazza del futuro” è anche un album in cui Cremonini ha messo pezzi importanti di vita vissuta. Come “MoonWalk“, che narra dei dialoghi tra lui e suo padre pochi mesi prima che quest’ultimo morisse. “È un album senza pudore. Il pudore cerca sempre un alleato che è la forma poetica – spiega -. Parlare di un padre che sta morendo in una canzone non è facile. Dentro quella canzone c’è la dignità. Vivere l’esperienza di un padre anziano ti insegna moltissimo. Un corpo che se ne va ma il dialogo, la parola, le attenzioni verso se stessi e un figlio cercano di continuare. Ci sono immagini che rafforzano l’idea che debba avere braccia larghe per abbracciare sempre più persone”.

Il disco, prodotto dallo stesso Cesare e da Alessandro Magnanini (mettendo così fine allo storico sodalizio con Walter Mameli), è composto da 14 tracce, di cui quattro sono strumentali scritti insieme a Davide Rossi. “Le dieci tracce dell’album sono molto ingombranti, con una corposità molto profonda – sottolinea il cantautore -. Il disco era pronto e sentivo che era un album, non una playlist. Avevo bisogno di dare unità e l’ho fatto con gli strumentali”. L’album è nato in città molto diverse con influenze molto diverse. “In un momento in cui eravamo chiusi mi sono spostato tra Napoli, l’Emilia Romagna, Copenaghen, New York e Los Angeles”. Tra le mete di questi spostamenti c’è stata anche Londra, per registrare gli archi di alcune canzoni nei mitici studi di Abbey Road. Ma Cremonini tiene a precisare che andare nel tempio dei Beatles non è stata una scelta sentimentale ma esclusivamente professionale. “Andare ad Abbey Road è bello perché c’è un suono unico – dice -. E’ il suono di quella stanza, che ha riverberi particolari. Questa è una cosa importante per un musicista”. 

Ma “La ragazza del futuro” è un disco che si inserisce in una visione più ampia, che rientra nella nuova concezione di artista di Cremonini. In parallelo viaggia “Io vorrei”, il progetto di murales concepito dal cantautore e realizzato da Giulio Rosk, per portare lo sguardo dei bambini sul futuro sulle facciate di alcune delle periferie più problematiche del nostro Paese. E poi ci sarà il ritorno ai concerti, con l’abbraccio del pubblico per il tour negli stadi e l’evento all’autodromo di Imola. 

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