Abel Ferrara, la “Siberia” non è il mio incubo

Un vero e proprio incubo targato ‘Siberia’ quello proposto da Abel Ferrara al Festival di Berlino e in concorso per l’Italia visto che la produzione è al 70% italiana (Vivo Film con Rai Cinema, Maze Pictures e Piano). Il protagonista è Clint (Willem Dafoe), un uomo che come un eremita si è ritirato in una baracca isolata tra i ghiacci delle montagne. Ma nonostante questo Clint non è affatto solo, tormentato, com’è, dai suoi molti demoni di oggi e da quelli che vengono dal passato.

Così nella sua piccola casa di legno arrivano dal passato una donna incinta, la sua ex moglie, che su consiglio dell’anziana madre mostra ventre e seno nudo a Clint che si prostra davanti a questa apparizione come fosse un altare. Non va affatto meglio a Clint quando va in spedizione con la sua slitta tirata da cani husky. Tante le apparizioni: una nana totalmente nuda si mostra sulla sua carrozzina; uomini che improvvisamente diventano bestie e assalgono Clint come lupi; altri invece che tra mille urla sparano alla nuca a prigionieri di una guerra qualsiasi; figure mostruose che vivono nelle grotte e, ancora, una donna squartata al ventre con cui, senza provare alcuno schifo, l’uomo si accoppia. Il paesaggio interiore che racconta il regista de Il cattivo tenente, amante da sempre di storie di colpa e redenzione, includono anche l’incontro con un fratello (che ha lo stesso suo viso) e con quel padre problematico che lo portava a pesca da ragazzo.

“Ho scritto il film assieme a Chris Zois, che è anche uno psichiatra, e se devo essere sincero non mi importa tanto dei personaggi né della storia, quanto dell’esperienza tra esseri umani che faremo insieme. Anche se non dovessimo finire il film, quell’esperienza sarà stata importante”, così Ferrara che oggi a Berlino spiega poi come la sua Siberia non sia affatto il suo incubo, né il suo inferno, casomai qualcosa che riguarda i sogni. “Un terzo della nostra vita la viviamo nel sogno e la stessa realtà non è poi molto diversa da quella” .

E ancora il regista: “Non ho tentato di scrivere una sceneggiatura perfetta, semmai di raccogliere quelle immagini attingendo alla memoria cercando di provocare il nostro modo di pensare”. A partire dal mio primo film, conclude, “mi sono immerso sempre più nell’oscurità”. Willem Dafoe, perfetto in questo ruolo che ricorda molto quello de L’Antichrist di Lars von Trier, sottolinea: “In questo film si passa dalla montagna al deserto in un attimo. È una bellissima storia senza un racconto lineare, ma al contrario con degli scarti che spiazzano”. Nel cast del film, che sarà distribuito in Italia da Nexo, anche Dounia Sichov, Simon McBurney, Cristina Chiriac, Valentina Rozumenko, Daniel Gimenez Cacho, Phil Neilson, Fabio Pagano, Anna Ferrara, Laurentio Arnatsiaq e Ulriche Willenbacher.

Francesco Gallo, ANSA

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