Drag Race Italia, la finale: ecco chi ha vinto

Elecktra Bionic vince la corona e lo scettro di Italia’s first drag superstar. Luquisha Lubamba conquista la fascia Wella di Miss Simpatia (la versione nostrana di Miss Congeniality). Stavolta, per raccontare la sesta e ultima puntata della prima edizione di Drag Race Italia(su Discovery+) si parte dalla fine. Come sono arrivate, però, queste due concorrenti a spuntarla nella gara più truccata dell’anno sulle avversarie Le Riche e Farida Kant?

Riavvolgiamo il nastro e ricominciamo dall’inizio dell’episodio per ripercorrere tutte le tappe dell’incoronazione (meritatissima), che regala alla vincitrice un anno come ambassador MAC nonché una linea limited edition di cosmesi con il suo nome. 

Dal 9 gennaio il talent arriva su Real Time con i sei episodi e gli speciali After the race. Le stelle si sono allineate nel frattempo e così il 23 dicembre, data della messa in onda della finale, è anche il compleanno di Priscilla, l’erede di RuPaul nello show, giudice assieme a Chiara Francini e Tommaso Zorzi. Nel frattempo il produttore per Ballandi, Dimitri Cocciuti, ha vinto il Premio Cinemagia Award 2021, che si è svolto qualche giorno prima a Roma. E, durante la diretta su Clubhouse di Club Drag Race, ha anche anticipato che, per evitare spoiler sulla vincitrice, la produzione ha registrato quattro incoronazioni. Così nessuna delle finaliste sa per certo fino alla messa in onda se abbia vinto o no.

Singolare, comunque, il primato di Elecktra Bionic: la 27enne torinese non ha mai vinto una maxi challenge finora, ma si è direttamente portata a casa il titolo. E potrebbe anche essere scelta tra le concorrenti della prima stagione di UK Versus the World, per aggiudicarsi il titolo di Global Drag Race Superstar.

Il genio creativo di RuPaul, ideatrice del programma e probabilmente la drag queen più celebre e potente al mondo, ha sfornato questa nuova competizione per decretare una sorta di Miss Mondo in versione drag. D’altronde Mamma Ru, come la chiamano le sue scoiattoline in gara, ha già dato la benedizione alle finaliste italiane mandando assieme all’amica e giudice Michelle Visage un videomessaggio nella nostra lingua con un fragoroso «Ciao belle!».

Prima di arrivare a questa sorpresa però il poker della finale ha faticato non poco. Tutto è iniziato con una delle mini sfide classiche della trasmissione, la Reading Challenge, con tanto di microfono arcobaleno. Si tratta di una competizione a colpi di frecciatine sulle avversarie e, avendo vinto il Premio Cattiveria 2021, Elecktra Bionic ha già iniziato la puntata con i migliori auspici. 

Luquisha Lubamba è salita sul cubo dorato dopo essersi tolta le ciabatte e restando con i calzini bianchi in bilico («Soffro di vertigini», ha detto con il solito candore). Peccato che alle sue battute sia stata l’unica a ridere o, per dirla con le parole di Farida Kant, lei è una «via di mezzo tra BOH e MAH». E la queen ha ribattuto: «Non sono cattiva come mi descrivono».

La maxi challenge della puntata, invece, ha seguito la tradizione del format: le queen hanno dovuto scrivere una strofa della canzone di RuPaul A little bit of loveper poi cantarla e ballare con l’aiuto del coreografo Attila, di un team di ballerini (tra cui Tommaso Stanzani, fidanzato di Tommaso Zorzi) e delle quattro concorrenti eliminate. Ivana Vamp, Ava Hangar, Divinity ed Enorma Jean non hanno dimostrato un gran fair play, non solo per il clima fintamente amichevole creato in passerella ma anche per le continue battute verso le finaliste. 

Prima della sfilata c’è stato un intermezzo – ma senza le Tic Tac di RuPaul – di brevissimi incontri con le quattro queen, Il Tè con la Francini. L’attrice e scrittrice, in parrucca nera, tacchi a spillo e tazzina rosa, ha accolto su una poltrona ogni concorrente. Qualche perla, comunque, è stata donata al pubblico, a parte Le Riche con sombrero e chioma verde. Elecktra Bionic, con un look total green e in un caschetto rosso, ha confessato: «Non sarò un’ottima sarta o cantante, ma sul palco la ferocia si sente da chilometri». Chiamatela Cassandra, please.

L’unica a mangiare veramente il minidonut (oltre che a porre una domanda all’intervistatrice) è stata Luquisha Lubamba, che solo per questo ha già conquistato una manciata di punti extra. Nel suo stile da majorette, che però lei descrive come una delle guardie a Buckingham Palace, ha ricordato la faida su Facebook con Farida: «Prima di entrare eravamo nemicissime – parole sue – perché lei ha postato una foto di Mangiafuoco dicendo che mi assomigliava. Io ho fatto lo screenshot e ho chiesto ai miei follower di insultarla. Invece ora ho scoperto un amico».

Davanti allo specchio, prima della sfilata a tema Eleganza, extravaganza, le queen hanno iniziato a mostrare segni di stanchezza e qualche nota di malinconia. Priscilla, stavolta in borghese, ha chiesto loro un abbraccio di gruppo e, tra le lacrime, ha aggiunto: «Vi voglio bene! Brave!».

Giudice ospite della puntata Ambra Angiolini che Priscilla ha presentata come «la regina del lypsinch ante tempore». E lei è stata al gioco: «Lo sai che il mio primo vagito era doppiato?». 

Tommaso Zorzi si è presentato in passerella con un make-up alla Maneskin (promosso!), mentre Chiara Francini ha sfoggiato una sorta di turbante argentato su un abito floreale con maniche a sbuffo (non particolarmente memorabile). La coreografia, invece, è stata decisamente esplosiva, nonostante la rigidità di Le Riche in versione giallo limone. Ancora una volta a dominare la scena ci pensa Elecktra Bionic, che delizia i giudici con una rima sulle chiappe. La frase cult? «Mi twerka il cuore» di Luquisha Lubamba.

In passerella, però, solo Elecktra Bionic ha letteralmente ottenuto l’effetto WOW sbucando da un bozzolo di piume rosa in uno scintillante abito argentato. Le Riche, invece, si è detta al settimo cielo e quindi è arrivata con toni da puffo e nuvole sparse ovunque, da cui partiva una mongolfiera. Va bene l’idea, un po’ meno la realizzazione.

Parziale delusione, invece, per la super favorita Farida Kant: la costumista di Maglie, in provincia di Lecce, ha messo in scena tre fenici dorate ottenendo un effetto a metà tra il Cavaliere dello Zodiaco e il festone di Natale. Neppure la realizzazione di Luquisha Lubamba ha fatto centro, in un mix di colori e stili che avrebbero voluto mettere in scena una principessa vulnerabile. O confusa? Le va però riconosciuto, ancora una volta, il merito di essere risultata la meno costruita e la più onesta quando Priscilla ha mostrato la sua foto da bambino: «Al piccolo Luca – ha confessato – direi di sentirsi sempre libero». 

Deliziosi i commenti di Ambra sui look. Alla futura vincitrice Ambra ha detto: «Adesso quando ai bambini verrà chiesto ‘Cosa vuoi fare da grande’ a loro viene voglia di rispondere “Elecktra Bionic”». A Le Riche ha rivelato: «Ho il terrore di volare, ma con te mi è venuta voglia di prendere subito un aereo». Di Luquisha ha elogiato la «delicatezza» e Farida le è sembrata il frutto di «una notte d’amore tra Icaro e Lady Gaga. Sei il Fuksas delle drag».

Nonostante il gelo delle queen eliminate – Divinity si è vestita di nero perché si sentiva in lutto – il lypsinch per la vittoria sulle notte di Non sono una signora di Loredana Bertè ha riservato davvero qualche brividino. Luquisha, però, ha dovuto abbandonare il palco dopo il «Sashay away» di Priscilla. Al momento dell’incoronazione Elecktra Bionic ha commentato: «Forse lo dovrò ancora realizzare. Ognuna di voi è una vincitrice, io porto solo una corona in più».

Il programma tricolore, anche se ancora in fase di rodaggio, ha superato brillantemente il banco di prova iniziale. Con qualche guest judge più spumeggiante la seconda stagione potrebbe fare davvero scintille. E forse anche l’affiatamento tra i tre giudici potrà giovarne, regalando meno rigore a Chiara Francini, più spigliatezza a Tommaso Zorzi e un’energia ancora maggiore a Priscilla.

L’augurio resta lo stesso per tutti: «Nun facit strunzat», una frase già cult che meriterebbe una linea di merchandising dedicata. Oltre, ovviamente, ad una mug con la scritta «Scoiattolina di Priscilla» o «Sono una Pri-scelta».

VanityFair.it

Torna in alto