Troppo caldo, primo concerto in camicia per La Scala

Al più antico festival di Francia, le Chorégies d’Orange, coro, orchestra e il direttore Riccardo Chailly si sono esibiti per la prima volta senza frac

Il caldo ha avuto la meglio anche su La Scala di Milano in trasverta Oltralpe.

Coro e orchestra, con il direttore Riccardo Chailly, hanno ceduto alle torride temperature e per la prima volta in assoluto si sono esibiti in maniche di camicia, lasciando in valigia il consueto frac. E’ accaduto sul palco del più antico festival di Francia, le Chorégies d’Orange. Ed è stato comunque un successo per la “Notte italiana” in cartellone.

Nel teatro antico, monumento di epoca romana da 8.300 posti andati soldout, La Scala ha accompagnato il pubblico in un excursus dell’opera di Giuseppe Verdi. Due ore e mezza di concerto, con una compagine di 88 professori d’orchestra e 112 coristi, dedicate alle sinfonie e ai cori del maestro fra pagine più e meno conosciute dal “Va’, pensiero” di Aida a “Jerusalem” dei Lombardi alla prima crociata, dal finale del balletto del Don Carlos, a “Patria oppressa” del Macbeth, prima del finale con Aida.

Il programma è stato lo stesso dei tre concerti eseguiti a Milano fra il 3 e l’8 giugno, che sono stati registrati da Decca per diventare un album in pubblicazione nel 2023. Per La Scala, d’altronde, quella dei cori verdiani è una lunga e importante tradizione: finora infatti sono stati incisi da Claudio Abbado con il direttore del coro Romano Gandolfi nel 1971 per Deutsche Grammophon e nel 1997 da Riccardo Muti e Roberto Gabbiani per Emi.

E la tradizione promette di continuare con una tournée nell’autunno del prossimo anno in luoghi prestigiosi come Amsterdam, l’Arena di Verona e la Musikverein di Vienna dove si svolge ogni anno il tradizionale concerto di Capodanno. E proprio al concerto di Capodanno ha un po’ somigliato l’esibizione al festival in Provenza, dove il pubblico ha mostrato il suo gradimento con applausi, un grido “W La Scala” (a cui Chailly ha risposto con un pollice alzato dando ragione allo spettatore) e due bis, “Viva Simon” dal Simon Boccanegra e poi “Vedi le fosche notturne spoglie” dal Trovatore, coro in cui il pubblico ha iniziato a battere le mani a tempo con l’incudine come avviene a Capodanno con la marcia di Radetzky.

E a Chailly non è rimasto altro che dirigere anche gli spettatori. Alla fine standing ovation per orchestra, coro, Chailly e per il direttore del coro Alberto Malazzi.

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