Pupo: “Sono sessualmente libero e non me ne frega di chi mi critica”

Pupo non ha mai nascosto le peculiarità della sua vita privata e ne ha parlato con Rolling Stone, svelando alcuni aneddoti poco noti anche del suo lavoro e della sua musica

Enzo Ghinazzi, in arte Pupo, è uno dei cantanti italiani più famosi nel mondo. La sua musica da ormai molti anni ha varcato i confini nazionali per diventare cult in Russia e in moltissimi altri Paesi dell’Europa orientale ma non solo.Il “toscanaccio” della musica italiana non ha mai avuto peli sulla lingua e lo ha dimostrato anche nell’ultima lunga intervista rilasciata a Rolling Stones, dove ha parlato a ruota libera della vita privata e del lavoro, svelando numerosi aneddoti ancora sconosciuti.Del suo privato e delle sue due donne che ama, argomento dibattuto da anni e in ogni dove e spesso giudicato, non ne ha mai fatto mistero: “In passato ho avuto attacchi personali anche dalla Chiesa e dal Vaticano, attraverso i loro mezzi comunicazione. Questo problema non lo avverto perché sono ateo […] che questa gente o certa politica critichino la mia scelta non me ne frega un cazzo.” Parole molto dure da parte di Pupo, che spiega così la sua affermazione: “So quanto io, mia moglie e la mia compagna abbiamo sofferto per difendere questa scelta. Abbiamo scelto una strada per non distruggere. Non condividiamo la stessa casa, non facciamo l’amore insieme. Viviamo in luoghi diversi e ci incontriamo, senza ostentazioni, quando devo stare con la mia compagna o con mia moglie.” Non dev’essere certo facile per Pupo trovare un equilibrio perseguendo questa particolare scelta di vita ma, come ha più volte dichiarato, probabilmente il successo e la ricchezza gli hanno in parte agevolato il compito.Anche parlando del lavoro, Pupo non si trincera dietro risposte diplomatiche, soprattutto quando si tocca uno dei suoi successi più famosi, Gelato al cioccolato, scritto da Cristiano Malgioglio. Pupo definisce questa canzone “sulla soglia dell’incubo” soprattutto da quando ha reso nota la sua genesi: “Malgioglio, nelle sue meravigliose e simpatiche sceneggiate, dice che ho raccontato delle grandi cazzate, che non è vero che ha scritto il testo dopo essere andato in vacanza in Tunisia e in Marocco.” Il racconto di Pupo continua svelando quando ha raccontato per la prima volta la nascita di questa canzone: “Questa storia la raccontai, per la prima volta, a teatro, nel mio spettacolo Il grande croupier, l’anima demonica, quel demone del gioco d’azzardo che alberga dentro di me e che, da anni, domino. Era un gioco tra momenti di tensione e risate. La comicità e il dramma sono su un confine labile e in teatro ci puoi giocare molto. Passavo dai 130 milioni di lire persi nel 1983 al Casinò di Saint Vincent al racconto di Malgioglio quando arrivammo da lui con la melodia e con il tema di Gelato al cioccolato.” E su Malgioglio dice: “Malgioglio , furbo stratosferico, persona molto intelligente, ci gioca molto. Una parte del suo ritorno in auge è dovuto anche alle varie situazioni paradossali, grottesche e molto teatrali create da questa canzone. Per questo brano prende diritti Siae che sono il triplo di quelli delle canzoni di Mina e della Vanoni che, onestamente, oggi credo non se le defechi più nessuno.”Pupo non si risparmia nemmeno nel parlare di Italia amore mio, la canzone portata a Sanremo nel 2010 con Emanuele Filiberto di Savoia: “Una delle mie tante follie. La mia grande passione è creare eventi mediatici e scoop. Sono un provocatore nato. […] Per convincere Emanuele Filiberto a esibirsi ho fatto un sacco di riunioni con Clotilde, la moglie. Ero convinto che quella canzone avrebbe vinto, in virtù di un sistema di votazione che garantiva l’eliminazione la prima sera, il ripescaggio e la vittoria. Avevo studiato tutto scientificamente. Scrissi in una notte parole e musica.” In origine, Pupo non sarebbe nemmeno dovuto salire sul palco di Sanremo, dove si sarebbe dovuto esibire solo Emanuele Filiberto con un tenore. In quel periodo il cantante toscano era molto impegnato con la televisione. Alcuni cavilli burocratici legati al regolamento e allo status di Emanuele Filiberto cambiarono un po’ le carte in tavola e così fu Pupo a esibirsi. Quel Sanremo è da tutti ricordato per le polemiche dell’orchestra ma anche per il risultato finale, che ha visto Scanu primeggiare davanti a Pupo: “Vincemmo noi il festival, ma con l’ultimo magheggio fecero passare avanti Valerio Scanu di 5-6mila voti. Già lo sapevo da sabato mattina: è una storia legata alla paura, che hanno avuto di fronte alla politica, di far vincere Sanremo al Principe Emanuele Filiberto. Agli organizzatori era sfuggita di mano la cosa: pensavano di buttarci fuori la prima sera e, invece, condizionammo il festival.”

Francesca Galici, ilgiornale.it

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