RAI TRE, UNA RETE DA SVECCHIARE

Il target medio ha 60 anni. Semprini da Sky per un talk corto al martedì. Report al lunedì. Bignardi: tentativo con Crozza, non potevamo permettercelo

SPETTACOLO, TV, PROGRAMMA, L'ERA GLACIALE, DARIA BIGNARDIDaria Bignardi, direttore di Rai Tre, lo ammette senza problemi: «Abbiamo provato a prendere Maurizio Crozza, ma non potevamo permettercelo». In audizione alla commissione di vigilanza Rai, Bignardi ha poi raccontato le novità del palinsesto autunnale di Rai Tre, concentrandosi soprattutto sul caso Ballarò. «Il tasso di innovazione rispetto al palinsesto autunnale 2015 è del 43,8%.
E ricordo, invece, che tra il 2015 e il 2014 (sotto la direzione di Andrea Vianello, ndr) il tasso di innovazione di Rai Tre era stato di appena il 5,8%. Dobbiamo provare a includere più fasce di telespettatori, poiché al momento il target medio di Rai Tre ha 60 anni. Ballarò è un format già finito da un paio di anni. E nel mondo non esiste nessun talk politico di prima serata che duri tre ore. Il più lungo, al momento, è in Turchia, e dura 78 minuti. In Spagna è di 68 minuti, in Francia di 45 minuti, negli Usa di 36 minuti». Poi c’era anche il problema del conduttore: «Massimo Giannini è stato eroico, perché Giovanni Floris, spostandosi a La7, aveva portato con sé anche tutto il suo gruppo di lavoro. Però io credo», dice Bignardi, «che pure il più bravo giornalista di carta stampata non abbia gioco facile nella conduzione di un programma tv. Giannini funzionava molto bene come ospite».
Mercoledì 22 giugno Gianluca Semprini si è dimesso da Sky e sarà il nuovo volto del format di informazione politica di Rai Tre, al martedì in prima serata e con una lunghezza di 90 minuti. «Punteremo molto sulle immagini, i filmati, e andremo a cercare i veri protagonisti della politica. Mi chiedo, per esempio, perché fenomeni come la Raggi o la Appendino si siano visti poco nei talk».
Di politica e satira si parlerà anche al mattino in Agorà, «due ore, con una nuova scenografia in stile newsroom, anche qui più attenzione ai filmati, meno parole, meno ospiti». E poi nella novità di Gazebo social news, una striscia quotidiana di satira e di politica di 20 minuti alle 20,10 dal lunedì al venerdì, che affiancherà la tradizionale seconda serata di Gazebo al venerdì. «Mi sarebbe piaciuto dare ulteriore spazio alla satira, non nascondo che abbiamo provato a prendere Crozza, ma non potevamo permettercelo», ribadisce il direttore di Rai Tre.
Quanto alla linea editoriale di questi programmi di informazione politica, i membri della commissione provano a incalzare Bignardi sulla figura del direttore editoriale Carlo Verdelli, di cui alcuni capiscono poco il senso: «Carlo è di tale autorevolezza che quando parla lo ascoltiamo. È libero, capace di scelte scomode. Lo sento spesso», spiega il direttore di rete, «ci confrontiamo su tutto, lui ascolta me, io ascolto lui. Ma poi la responsabilità di Rai Tre è mia».
Insomma, non sono ancora chiari i compiti di Verdelli, che un commissario liquida come «un consulente a cui chiedere che cosa ne pensi quando le decisioni, in realtà, sono già state prese».
Report si sposta al lunedì sera, «poiché non potevamo permetterci le due squadre migliori di Rai Tre, quella di Fabio Fazio e quella di Milena Gabanelli, alla domenica. So che in passato al lunedì lo share di Report non era andato bene. Ma in autunno Report non avrà più contro Corrado Formigli, che va al giovedì su La7, ma solo Paolo Del Debbio su Rete 4, che ha un pubblico diverso; inoltre, in autunno, alla domenica ci saranno le Iene su Italia Uno, che avrebbero potuto dare fastidio a Report».
Al martedì, come detto, ci sarà Semprini, al mercoledì Chi l’ha visto che avrà anche una striscia quotidiana di 25 minuti alle 12,25.
Al giovedì sera Rischiatutto con Fazio, al venerdì la docu-fiction, al sabato niente Fazio, che si concentrerà alla domenica sera con un format di tre ore, riassumendo i due format di Che fuori tempo che fa e di Che tempo che fa.
Da segnalare due divertenti gaffe, un po’ freudiane, della Bignardi. Nel commentare la riorganizzazione della Rai dice che «quella è la grande sfiga, ops, sfida della Rai, quella sulle risorse umane, la governance ecc.». E, infine, parlando di Semprini arrivato da Sky e del confronto con Verdelli, conia il nome di un nuovo conduttore: Verdini. Qualche commissario sarà sicuramente balzato sulla sedia.

Claudio Plazzotta, ItaliaOggi

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