Lettera ultimatum di Vespa al Cda: “Sono artista, non giornalista. Niente tagli al mio compenso”

Il conduttore invia una missiva ai consiglieri lunedì durante la drammatica riunione che boccerà il piano news di Campo Dall’Orto. Il messaggio è gentile nella forma, ma deciso nella sostanza. “No a norme contra personam. Sono fiducioso che la discussione su questo tema avvenga su basi esclusivamente giuridiche e di buon senso”

Consiglieri della Rai, c’è posta per voi. A scrivervi è Bruno Vespa. La lettera del conduttore di Porta a Porta arriva lunedì scorso a Viale Mazzini mentre è in corso la drammatica riunione del Cda che porterà alla bocciatura del piano news dell’ad Campo Dall’Orto. Oggetto della lettera è il nodo delle retribuzioni. Com’è noto, il governo ha escluso qualsiasi tetto ai compensi degli artisti-artisti, che Viale Mazzini potrà pagare a prezzi di mercato.

Sempre il governo però chiede alla televisione di Stato di individuare quei giornalisti che, pur essendo tali, hanno ottenuto dei contratti di tipo artistico. A queste persone, il ministero dello Sviluppo Economico chiede di applicare il tetto di legge di 240 mila euro lordi annui, fissato dalla normativa sull’editoria del 2016. Il vertice di Viale Mazzini avrà tempo fino al 2 giugno per varare la sua regolamentazione in materia (operazione non facile vista la crisi conclamata tra Campo Dall’Orto e il Cda). Vespa, in ogni caso, teme di finire sotto la tagliola dei 240 mila euro, lui che ne guadagna molti di più. Per questo indirizza una missiva alla presidente della Rai, Maggioni, e ai consiglieri di amministrazione. Ecco il testo:

“Cara Presidente, cari Consiglieri,

poiché alla vigilia di vostre importanti decisioni alcuni giornali tornano su una possibile differenza tra artisti e giornalisti nel superamento dei tetti retributivi, mi permetto di sottoporvi qualche breve e rispettosa riflessione.

1. La norma del 2007 che esonera dai tetti le prestazioni professionali e artistiche che si svolgono nelle società a partecipazione pubblica operanti in regime di concorrenza (come è la Rai, ndr), richiamata dal parere dell’Avvocatura dello Stato , chiarisce ab origine ogni equivoco sulla differenza di impiego.
2. Volendo tuttavia avventurarsi in una speciosa distinzione, il terreno diventerebbe assai scivoloso. Tra un Fabio Fazio che si occupa di Falcone e un Bruno Vespa che fa un programma su Ballando con le stelle chi è l’artista e chi il giornalista?
3. Ha sempre sbagliato la Rai nello stipulare con professionisti che vengono dal giornalismo contratti artistici (è il caso di Vespa, ndr) che prevedono il versamento di contributi all’Enpals e agli enti previdenziali che l’hanno sostituito?
4. Riconoscere carattere esclusivamente giornalistico a trasmissioni come Porta a porta o altre comporterebbe ovviamente la mutazione in giornalistici di tutti i contratti in essere per chi vi collabora.
5. Sono fiducioso infine che la discussione su questo tema avvenga su basi esclusivamente giuridiche e di buon senso, allontanando il sospetto – alimentato da alcune dichiarazioni politiche e non solo – che si voglia immaginare qualche norma contra personam, inaccettabile sotto ogni profilo.

Grazie per l’attenzione e auguri cordiali di buon lavoro”.

Bruno Vespa

Aldo Fontanarosa, la Repubblica

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