Rai storia: Maxi. Il grande processo alla mafia

Sono passati molti mesi da quando il Maxiprocesso di Palermo è cominciato. Accusa e difesa si fronteggiano ogni giorno, e sul tappeto verde dell’aula bunker sfilano personaggi che hanno fatto la storia criminale della città e della Sicilia. L’atmosfera è sempre molto tesa, il processo è condizionato dalla morte di un avvocato di Messina, Nino D’Uva, ucciso da un imputato in un altro processo nella città dello Stretto.

Un episodio che aumenta il livello di preoccupazione dei legali, che vedono assottigliarsi le speranze di mandare a monte il processo. Parte da qui l’episodio “Saluti da Corleone” della serie “Maxi, il grande processo alla mafia”, in onda venerdì 25 marzo alle 22.40 su Rai Storia.

Il fronte dell’accusa è compatto e i racconti degli imputati eccellenti, come Michele Greco e Luciano Liggio, non riescono a cambiare il corso delle cose. Franco continua a svolgere il suo lavoro, con passione e professionalità, nonostante la sua vita attraversi un periodo difficile e tormentato. Gianni fa i conti per la prima volta con l’orrore di cui la mafia è capace, rimanendo sconvolto dai racconti del pentito Vincenzo Sinagra, che descrive le camere della morte. Teresa prende coraggio per affrontare una delicata situazione, spinta anche lei dalle emozioni suscitate dal processo, che si fa sempre più simbolo delle ferite e della voglia di riscatto di tutta Palermo. A riprova di questo, la deposizione di Ignazio Salvo, esattore delle tasse e per anni cerniera tra la mafia e la politica, che arriva sul pretorio pronto a difendersi dalle accuse, ma che simboleggia plasticamente come gli intoccabili, a Palermo, non esistano più.

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