Viggo Mortensen, la carriera del candidato al Premio Oscar 2019

È uno dei candidati alla statuetta come miglior attore protagonista per il film “Green Book”, ripercorriamo la carriera di Viggo Mortensen

Viggo Mortensen è nato nel 1958 a Manhattan da madre statunitense e padre danese. Nel suo sangue scorre sangue internazionale: i nonni materni, infatti, erano canadesi, mentre quelli paterni norvegesi. Fin da bambino viaggia molto con la famiglia, vivendo per alcuni anni in Argentina. Alla separazione dei genitori, il padre torna a Copenaghen, mentre Viggo rimane negli Stati Uniti con la madre. Qui, oltre a diplomarsi, si appassiona allo sport e alla fotografia. Si laurea quindi in economia politica e letteratura spagnola e comincia a lavorare come traduttore. Torna in Danimarca, svolgendo qualsiasi tipo di lavoro, dal camionista al cameriere, ma comincia a maturare l’idea di voler fare l’attore. Motivo per cui decide di tornare negli Stati Uniti e provarci.  Studia teatro alla Warren Robertson’s Theatre Workshop e comincia a recitare. Il suo sogno è però è lavorare nel cinema e così si trasferisce a Los Angeles. Qui partecipa a provini su provini, ottenendo qualche piccola parte come comparsa. Il debutto con un ruolo più rilevante arriva nel 1985, nel film “Witness – Il testimone” di Peter Weir, in cui interpreta un contadino amish. Comincia, quindi, a prendere parte a qualche serie tv e soap opera o a film “di cassetta”. Il primo ruolo più importante glielo affida Sean Penn nel suo primo film da regista, “Lupo solitario”, del 1991, con David Morse, Valeria Golino e Dennis Hopper. In seguito, recita anche in “Carlito’s way” di Brian De Palma, accanto a un mostro sacro come Al Pacino. Il nome di Viggo Mortensen comincia a girare e gli vengono proposti sempre più ruoli in film importanti: è Lucifero nel film di Gregory Widen “L’ultima profezia”, recita accanto a Nicole Kidman in “Ritratto di signora” di Jane Campion ed è anche nel primo film diretto da Kevin Spacey, “Insoliti criminali”. Nel 1998 è nel remake di “Delitto perfetto” e “Psycho”, due capolavori di Alfred Hitchcock rifatti rispettivamente da Andrew Davis e Gus Van Sant.  Il ruolo che consacra Viggo Mortensen a livello internazionale è quello di Aragorn nella trilogia “Il signore degli anelli” di Peter Jackson. Il grande successo ottenuto dai tre film, “La compagnia dell’anello”, “Le due torri” e “Il ritorno del re”, gli consente di avere numerose proposte come protagonista. Nel 2004 è il cowboy Frank Hopkins nel film “Oceano di fuoco – Hidalgo” di Joe Johnston, sempre nello stesso anno viene diretto da David Cronenberg in “A history of violence”, mentre nel 2006 è il capitano Diego Alatriste nel film “Il destino di un guerriero”. Cronenberg lo vuole anche nel suo film del 2007 “La promessa dell’assassino”, in cui interpreta autista ipertatuato a servizio della mafia russa. Per questo ruolo, riceve numerosi riconoscimenti e la sua prima candidatura agli Oscar come miglior attore.  Nel 2008, Mortensen è nel western di Ed Harris “Appaloosa” e nel film “Good – L’indifferenza del bene”, in cui interpreta un professore di letteratura con inclinazioni naziste. L’anno dopo è anche nell’adattamento cinematografico del romanzo best seller di Cormac McCarthy “The road” e nel 2011 torna a lavorare per la terza volta con Cronenberg nel film “A dangerous method”, in cui interpreta Sigmund Freud.  Nel 2017 arriva la seconda nomination agli Oscar per il ruolo da protagonista nel film “Captain Fantastic” di Matt Ross. Mortensen ha contribuito attivamente anche nella fase di realizzazione della sceneggiatura, dando alcuni consigli persino sull’utilizzo di alcune musiche. Anche per l’ultimo film interpretato da Viggo Mortensen l’attore ha ricevuto una candidatura agli Oscar. Nella pellicola di Peter Farrelly “Green Book”, Mortensen è il buttafuori italoamericano Tony Vallelonga che nel 1962 strinse amicizia con il pianista afroamericano Don Shirley (interpretato da Mahershala Ali).

SkyTg24

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