LA MUSICA DI TIDAL PER SPRINT

Il quarto operatore mobile degli Usa acquisisce un terzo del servizio di streaming. Il rapper Jay Z spera nei 45 mln di clienti della telco

di Andrea Secchi, ItaliaOggi

beyonce-jay-zTidal, il servizio di streaming online di proprietà del rapper Jay Z, tira un sospiro di sollievo: l’operatore mobile americano Sprint ha acquisito un terzo del capitale, il 33%. A questo punto per Tidal si apre un bacino potenziale di 45 milioni di utenti, i clienti di Sprint che avranno condizioni particolari per l’accesso all’offerta non ancora rivelate, e una serie di uscite esclusive a loro dedicate.
Tidal è stato acquisito due anni fa da Jay Z per 56 milioni di dollari, con l’obiettivo di realizzare una piattaforma in cui gli artisti potessero entrare in contatto direttamente (o quasi) con il pubblico, una sorta di rifiuto dei modelli alla Spotify o Apple Music, in cui è la piattaforma nella contrattazione con le etichette che decide i dettagli dell’offerta streaming.
Al progetto hanno aderito star come Beyoncé, Madonna, Kayne West, Alicia Keys, che continueranno a dare il proprio supporto anche dopo l’accordo con Sprint. Tidal sta cercando di guadagnare mercato proprio con le esclusive di questi artisti, ovvero con il lancio di brani o album prima sulla propria piattaforma. Ma quella dell’esclusiva è la carta che hanno cominciato a giocare anche gli altri servizi di streaming ben più grandi, cercando di attirare dalla loro parte gli artisti che potessero portare più abbonati e acquisendo interi repertori.
Resta da vedere quanto l’accordo con Sprint varrà in termini di nuovi utenti.
Lo scorso marzo Tidal ha dichiarato di avere 3 milioni di abbonati, ma in realtà secondo un rapporto pubblicato da un giornale norvegese il servizio non è nemmeno lontanamente arrivato a questo risultato ma si è fermato al massimo a 1 milione di abbonati. Di sicuro, a seconda delle offerte che i clienti di Sprint otterranno, questo numero non potrà che crescere.
La holding Aspiro, che possiede Tidal, ha perso nel 2015 28 milioni di euro, un business in perdita come in realtà per la maggior parte dei servizi di streaming attuali. D’altronde il settore è ancora giovane e sta cercando un suo equilibrio tra le proteste degli artisti che lamentano una scarsa remunerazione dei brani e la competizione di colossi come Apple che possono finanziare per un tempo maggiore un business in avviamento.
Sprint, dal canto suo, ha le sue gatte da pelare: il quarto operatore mobile Usa non riesce a far crescere gli abbonati e deve fare i conti con una rete da ammodernare. La mossa di Tidal servirebbe a cominciare a dotarsi di contenuti esclusivi alla pari delle concorrenti proprio per superare lo stallo.
«Sprint condivide la nostra visione di rivoluzionare l’industria creativa per permettere agli artisti di connettersi direttamente con i loro fan», ha detto Jay Z presentando l’accordo, «e di raggiungere il proprio potenziale appieno. Marcelo (Claure, il ceo di Sprint, ndr), ha capito il nostro obiettivo e insieme noi siamo entusiasti di portare un’esperienza senza rivali ai 45 milioni di clienti di Sprint». Claure, peraltro, è entrato anche nel board della società di streaming.

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