Laura Pausini: canto contro il razzismo. «Io sì (Seen)» in 5 lingue

Non farà mai l’attrice. «Non so essere un altro personaggio, voglio essere me e non mi piace chi usa il proprio cognome pensando di poter fare di tutto». Ma sogna comunque l’Oscar. «Io sì (Seen)», nuovo brano di Laura Pausini da oggi su tutte le piattaforme è nella colonna sonora di «La vita davanti a sé», di Edoardo Ponti con Sophia Loren, è stato segnalato all’Academy per le nomination agli Oscar 2021 da Netflix (si vedrà lì dal 13 novembre). «Ho sempre bisogno di pensare che non vincerò, altrimenti se mi gaso e non accade mi viene un “crollone”. In caso di vittoria festeggio con un hamburger visto che nelle settimane prima di questi eventi sto a dieta stretta», dice.

Il film racconta la storia di Madame Rosa (Loren), ex prostituta sopravvissuta all’Olocausto che si prende cura di un senegalese di 12 anni. «Insieme troveranno un senso di famiglia, anche se non di sangue, comprensione, altruismo, tenerezza… un rapporto senza barriere. Mi piace che, in un momento come questo, il tema del film sia proprio quello della diversità e del pregiudizio». Ai giorni nostri la destra estrema ha trasformato i pregiudizi su Olocausto e migranti in violenta discriminazione. «Ci sono notizie che mi choccano e che non so come spiegare a mia figlia. Pregiudizi razziali e culturali mi mettono a disagio».

La canzone è scritta da Diane Warren, hit maker globale (Celine Dion, Cher, Aerosmith, Beyoncè…), Laura l’ha registrata in inglese, spagnolo, francese e portoghese ma in tutto il mondo andrà la versione in italiano con le parole scritte dalla Pau assieme a Niccolò Agliardi. «Le mie canzoni partono da testi istintivi che parlano della mia vita. Qui ho rispettato il senso del film. Per me è stato importante trovare un’affinità personale con quei temi, mi ci riconosco al 100%», dice.

Con Sophia c’è un rapporto nato nel 2003 e fatto di incontri in occasioni mondane in giro per il mondo. «Una volta, alle prove di uno show benefico, le confessai le difficoltà che avevo nel rimanere incinta. Mi parlò molto, è proprio la donna italiana come se la immaginano all’estero, materna e protettiva. Però hai sempre l’impressione di avere di fronte un’icona anche solo per come muove gli occhi».

La musica di oggi non la convince fino in fondo. «Si cantano, non solo nel rap e nella trap, poche note. Si sta sempre su un’ottava che gira su ste stessa, si usa il falsetto invece che la voce piena».

«Io sì (Seen)» non è l’anteprima di un album. «Mi piacerebbe farcela per il Natale 2021. Ho ricevuto 524 canzoni e sono ferma con le selezioni alla lettera “A”. Il lockdown, invece che aiutarmi a tirare fuori le mie inquietudini, mi ha messa in crisi. Mi domandavo: “interessa ancora a qualcuno se canto?”. Poi ho passato l’estate a casa dei miei in Romagna e ho rimandato. E poi sono stata assorbita da questo progetto».

Andrea Laffranchi, Corriere.it

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