“The Irishman” di Scorsese in balia della guerra dello streaming

Continua l’impasse su «The Irishman», il colossal da 159 milioni di dollari che Martin Scorsese ha messo nelle mani di Netflix. L’epica saga sulla criminalità organizzata nell’America del secondo dopoguerra avrà il suo primo tappeto rosso il 27 settembre al New York Film Festival. Ma è l’unico punto fermo perchè il film è finito in mezzo alle «guerre dello streaming»: le catene cinematografiche che dovrebbero distribuirlo nelle sale per consentire la
qualificazione agli Oscar insistono in una programmazione di circa tre mesi. Netflix ne ha annunciato la distribuzione in un non meglio precisato “autunno”.

Il film racconta nel corso dei decenni la storia della scomparsa del sindacalista Jimmy Hoffa ed è considerato uno dei favoriti per la «notte delle stelle» 2020. Per realizzarlo Scorsese si è rivolto a Netflix dopo che la Paramount, con cui aveva lavorato per «Il lupo di Wall Street» e «Silence», aveva  obiettato al budget da kolossal. I negoziati vanno avanti da mesi. Dopo una rottura a luglio le parti sono tornate a trattare due settimane fa: da un lato del tavolo Scott Stuber, il capo della divisione film di Netflix con il capo dei content, Ted
Sarandos, dall’altra almeno due grandi catene, Amo Theaters e Cineplex che annoverano oltre 12 mila sale in tutto il mondo. «Parliamo ma l’esito non è chiaro», ha detto Adam Aron, il Ceo di Amc. Quanto a Scorsese, vorrebbe una «robusta» distribuzione cinematografica, ha appreso il New York Times, ma le catene
insistono per bloccare nel frattempo lo streaming.

Il braccio di ferro, dopo quello su «Roma» di Alfonso Cuaron, è l’ultimo esempio nel conflitto tra la vecchia guardia di Hollywood e il mondo all’high-tech che aspira a fargli concorrenza. Ad alzare la posta stavolta, oltre al budget da Guinness, c’è il peso dei nomi nel cast: oltre a Robert De Niro, al nono film con Scorsese nella parte dell’«irlandese» Frank Sheeran che affermò di aver ucciso il capo dei Teamsters Hoffa, recitano Joe Pesci (il boss di Cosa Nostra Russell Bufalino) e Al Pacino, per la prima volta in un film di Scorsese, nella parte del sindacalista scomparso. Gli attori sono stati sottoposti ad effetti speciali tra cui il «deaging» per continuare a impersonare i personaggi in una saga che va avanti per decenni.

A causa dell’impasse sull’uscita nelle sale, Netflix finora non è riuscito a dare alle sue produzioni il tipo di incassi
cinematografici che giganti come AMC possono garantire. «Netflix punta tutto sulla soddisfazione dei suoi 151 milioni di abbonati», ha osservato l’analista di mercato Richard Greenfield: «Per questo “The Irishman” è molto importante». In questa luce non è dunque escluso che il gigante dello streaming sia pronto a fare concessioni: ha fatto così l’anno scorso con piccole catene indipendenti come Landmark e Alamo Drafthouse per consentire l’uscita di una settimana di «Bird Box» con Sandra Bullock e del western dei fratelli Coen «The Ballad of Buster
Scruggs» prima della distribuzione in streaming, poi con Roma ha dato luce verde a tre settimane di programmazione.

Il Messaggero

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