Will Smith canterà l’inno dei Mondiali di calcio

L’attore e rapper interpreterà la canzone ufficiale della World Cup 2018 con Nick Jam e Era Istref. Pronto anche il pezzo del nuovo supergruppo punk The Tallywags in supporto alla nazionale inglese

Sarà Will Smith l’interprete della canzone ufficiale dei prossimi Mondiali di calcio. Il dj Diplo (che ha già lavorato con Bruno Mars, Beyoncé, Madonna) produrrà il brano che l’attore e rapper canterà insieme con l’artista portoricano Nicky Jam e la cantante kosovara Era Istref. Il titolo della canzone è ancora top secret ma non dovremo aspettare il 14 giugno, data d’inizio dei Mondiali di Russia, per ascoltarla, dal momento che l’inno sarà disponibile sulle piattaforme streaming già da questo venerdì. Secondo Billboard, infatti, Will Smith e Nicky Jam si sarebbero recentemente incontrati a Budapest per dare il tocco finale e mettere a punto il brano.Quello di Smith si aggiungerà quindi agli inni per i Mondiali che nelle edizioni passate hanno portato la firma di Shakira, ad esempio, che con la sua Waka Waka aveva consegnato la colonna sonora dell’edizione 2010 in Sudafrica. O di Ricky Martin, autore per Francia ’98 del brano La copa de la vida. O, ancora, dei nostri Edoardo Bennato e Gianna Nannini con Un’estate italiana, scritta per i Mondiali del 1990.E non ha certo l’ufficialità delle canzoni citate, ma tutto l’amore e il supporto di veri tifosi, Charge of the light brigade, il primo singolo del nuovo supergruppo punk The Tallywags composto da ex membri di Sex Pistols, The Professionals e The Men They Couldn’t Hang tra cui il batterista Paul Cook e il cantante Tom Spencer. Il brano, infatti, è stato scritto proprio per sostenere l’Inghilterra ai prossimi Mondiali di calcio: un inno punk che scherza sulla spedizione in Russia della squadra di Gareth Southgate, vista come un inevitabile fallimento, ma che allo stesso tempo vuole spingere tutto il popolo inglese a supportare la sua squadra. Nel videoclip girato per il brano si intravedono anche due improbabili Maradona e Paul Gascoigne.

repubblica.it

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