Virus, Pausini: “Mia figlia mi chiede quando ​finirà, io le parlo dei nostri eroi medici”

“Quando tornerà tutto come prima?” , è la frase che la figlia di Laura Pausini ripete da giorni ai suoi genitori. Una domanda che il mondo intero si pone e che lascia un senso di amaro in bocca per l’incertezza della risposta. La stessa Laura Pausini, intervistata dal Corriere della Sera, ha svelato di esser rimasta spiazzata dal quesito della figlia Paola, 7 anni, al quale la cantante ha però risposto con franchezza: “Non è facile trasferirle che il mondo dei suoi supereroi, che siamo noi adulti, non è ancora riuscito a fermare un piccolissimo essere microscopico che sta uccidendo migliaia di persone”.

Laura Pausini ha aperto il suo cuore ai lettori del quotidiano, svelando le sue paure e i suoi timori per questo difficile momento che l’Italia e il mondo sta vivendo a causa del coronavirus. Preoccupazioni che riguardano, soprattutto, sua figlia di soli sette anni, avuta dal musicista Paolo Carta: “Non è facile cercare di tenere solida la sua fiducia per un futuro che noi genitori vediamo sempre più complesso. Le parliamo sempre con dolcezza, anche usando le favole, ma da sempre le diciamo tutto, sarebbe una delusione per lei scoprire che le stiamo nascondendo la realtà. Le spieghiamo anche cosa significa avere un virus, come si può curare e il perché gli scienziati, i virologi, i dottori e tutto il personale sanitario sono i nostri veri eroi. È una situazione assurda per il nostro Paese”.

Oggi la cantante romagnola, come molti altri, si è dovuta fermare dopo una vita sempre in viaggio tra concerti, ospitate, progetti e tour mondiali. Non ha però dimenticato cosa vuol dire responsabilità e solidarietà, facendo una donazione personale alla Croce Rossa Italiana per fronteggiare l’emergenza da Covid-19. Laura Pausini vive la sua quarantena con pazienza insieme alla sua famiglia, ma ha svelato di essere fiduciosa per il futuro e molto orgogliosa del suo paese che – dice – saprà risorgere: “Siamo diventati un esempio per il mondo, mi sento lusingata quando mi chiamano i miei amici da Londra, Parigi e New York. Dobbiamo essere fieri di noi stessi, perché il nostro “dopo” sarà un nuovo Rinascimento, il nostro “poi” sarà favoloso, perché noi saremo i più bravi del mondo a ricostruirlo. Dobbiamo ricordarcelo bene questo senso di vicinanza, questo desiderio che ci scoppia dentro al cuore di abbracciare le persone che amiamo”.

Novella Toloni, ilgiornale.it

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