Sanremo, Malika: “Al festival col primo punto del mio ‘Malifesto”

Amo tantissimo la possibilità di cantare delle emozioni che sento mie ma che sono universali. Questo brano è nato un anno fa in questi giorni, prima quindi che capissimo di essere dentro una pandemia, ed è figlio delle domande esistenziali che mi stavo ponendo, tracciando un bilancio nei giorni dopo il mio compleanno”. Malika Ayane parla così all’Adnkronos di ‘Ti piaci così’, il brano (scritto e composto in collaborazione con Pacifico, Rocco Rampino e Alessandra Flora) con cui torna in gara al festival di Sanremo per la quinta volta.

“Ho pensato che il tempo corre veloce e che io ne ho passato troppo a pensare a cosa avrebbero pensato gli altri di me, a come potevo non deludere le aspettative degli altri. Insomma, il centro di ‘Ti piaci così’ è la consapevolezza di sé, lo scoprirsi risolti, l’avere voglia di vivere con gusto. Arriva un momento in cui comprendi che giudicarsi severamente non ha senso, ma chiaramente nemmeno giustificarsi a prescindere – racconta Malika – Forse è una canzone sull’auto-amore, o forse sulla lucidità. Ho sempre pensato che il concetto di accettazione di sé contenesse una nota di biasimo, mentre il riconoscersi è tutta un’altra storia. Questo brano può essere considerato un invito a farlo: ballare scalzi, cantare a squarciagola o scegliere di cambiare strada per scoprire qualcosa di nuovo. Un invito a celebrare se stessi per il solo fatto di essere al mondo”. Un invito “quanto mai attuale quest’anno”, sottolinea Malika.

Che sul dibattito intorno al festival nella pandemia non ha dubbi: “Secondo me era importantissimo fare Sanremo. Io ho scelto di impegnarmi ad esserci. Credo che sia importante per la gran quantità di persone che ci lavorano. E non si può dire: se non riparte tutto non riparte nessuno. Perché se si aspetta quel momento lì, allora si blocca tutto per chissà quanto altro tempo. Per carità, se non va in onda Sanremo e mandano le repliche di Montalbano forse per qualcuno è lo stesso ma io invece credo che una parte di loro un po’ di sogno lo desiderino e se lo meritino in questo momento”.

Quanto alla platea del Teatro Ariston senza pubblico, Malika confessa: “Non ne ho idea di che effetto mi farà. Credo che ci sentiremo uniti in un abbraccio virtuale con tecnici e orchestra. Per il resto non so. Io ho due modi di esibirmi: quello della tv in cui pensi alla precisione e quello dei concerti dove cerchi di premiare l’intensità dell’interpretazione anche se fai qualche sbafatura. Sanremo univa fino allo scorso entrambe queste anime. Quest’anno non so come sarà“, dice spiegando che per la trasferta sanremese ha optato “per una casa dove sarò con tutta la mia squadra, così l’isolamento sarà un po’ meno forte che se stessi in una stanza d’albergo”.

Sul cast particolarmente giovane di quest’anno, Malika riflette: “All’inizio mi sono anche un po’ spaventata. C’era un altro mondo rispetto al passato: non tanto per età ma per mondi musicali. Confesso che ho avuto paura di essere considerata ‘desueta’. Poi invece sono stata felice, in effetti io non ho mai fatto una cosa uguale all’altra. E più lo guardo e più trovo questo cast bello e giusto”.

Il brano di Sanremo è il primo brano di un nuovo album che uscirà in primavera (“a marzo ma la data è ancora da decidere”) e che si intitola ‘Malifesto’. Un disco, si intuisce già dal titolo, molto personale: “Sono stata così sincera in questo disco che quello che canto è estremamente condivisibile da altre persone. E come se tutte le emozioni che ho accumulato nella prima clausura, quella brutta brutta della scorsa primavera, le avessi vomitate fuori in questo disco, che è veloce e intenso come uno ‘shottino’…“. Dopo l’album Malika spera di poter tornare in tour in tempi brevi: “Non vedo l’ora. Sto anche pensando a soluzioni compatibili con la situazione attuale: tanti piccoli concerti, con un numero di persone limitato, in ex spazi industriali piuttosto ampi. Qualcosa inventeremo per uscire da questa situazione e tornare a cantare“, conclude.

Antonella Nesi, Adnkronos

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