Gina Lollobrigida, l’ex assistente: “Gli ultimi anni sono stati un incubo”

Lo confessa in tv Andrea Piazzolla, factotum dell’attrice, al centro delle polemiche con la famiglia della diva e sotto processo a Roma con l’accusa di circonvenzione di incapace

Gli ultimi anni di Gina Lollobrigida “sono stati un incubo, un inferno”. Andrea Piazzolla, ex assistente e factotum della diva morta a 95 anni, al centro delle polemiche con la famiglia dell’attrice e sotto processo a Roma con l’accusa di circonvenzione di incapace, è stato protagonista di una lunga intervista a “Domenica in”.

Piazzolla ha parlato del difficile rapporto della “Lollo” con il figlio, Andrea Milko Skofic e della controversa vicenda del matrimonio con lo spagnolo Francisco Javier Rigau. “Dal 2013 è iniziato l’incubo, quando abbiamo scoperto il matrimonio per procura dello spagnolo. Milko non ha mai accettato di chiarirsi con la madre e si è schierato completamente con Rigau, da lì è iniziata una assurda serie di cause”, racconta Piazzolla. “La cosa più grave – prosegue – e mi assumo la responsabilità di ciò che dico, è che c’è una parte di giustizia perbene, un’altra parte che fa acqua da tutte le parti. Ho rispetto per la giustizia, ma credo che sia mancato il rispetto per Gina. Se una persona sta benissimo, come le si può togliere un avvocato? E imporle come avvocato il compagno dell’associata dello studio che difendeva Milko, il figlio Dimitri e Rigau che a sua volta nomina come consulente lo stesso consulente di Rigau? Gina con tutte le forze ha provato a fare ricorsi, ma era una sorta di lotta contro i mulini a vento”.

Andrea Piazzolla ha anche rievocato, commuovendosi, gli ultimi giorni di vita dell’attrice: “Credo fosse martedì scorso, anche se posso confondere i giorni. E’ andata a fare una tac in ospedale, l’ho accompagnata io, e l’avevo chiesta senza mezzo di contrasto. Ma in ospedale il medico ha detto ‘va fatta per forza con il contrasto’. Il mio rimpianto è di non essermi imposto in qualche modo… da quello che si è capito, il contrasto le ha bloccato i reni. La sera siamo tornati a casa e non urinava, sono andato in allarme ed ho chiamato subito tutti quelli che potevo chiamare, ma mi hanno detto che non c’era più nulla da fare. Non lo accettavo, quindi d’accordo col professore l’abbiamo subito ricoverata. Se ero pronto a donarle un rene? Le avrei dato i miei anni, le avrei dato tutto, non solo un rene, pur di vederla”.

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