Dieci cose da sapere su Lino Banfi

Dall’esperienza in seminario per volontà della famiglia alle nozze di nascosto con Lucia Lagrasta fino all’origine del suo nome d’arte (con lo zampino di Totò). Ecco alcune curiosità sull’attore pugliese. Compresa una mancata collaborazione con Fellini

Per oltre mezzo secolo è stato protagonista della comicità italiana: prima con una fortunata carriera nelle commedie degli anni ’80 (chi non ricorda Oronzo Canà di ”L’allenatore nel pallone”?), poi come nonno più famoso del Paese, quel Libero di “Un medico in famiglia”. Dal 22 gennaio 2019 Lino Banfi è anche membro della commissione italiana per l’Unesco (I MEME SUI SOCIAL). Classe 1936, il successo dell’attore pugliese, nato ad Andria ma cresciuto a Canosa di Puglia, arriva negli anni ’60 quando si trasferisce a Roma (prima aveva tentato la fortuna a Milano) e inizia a fare comparse nei film di Franco e Ciccio. Ecco dieci curiosità sulla sua vita.
Lino Banfi non è in realtà il suo vero nome. L’attore si chiama infatti Pasquale Zagaria. A inizio carriera aveva deciso di utilizzare lo pseudonimo di Lino Zaga. Fu Totò a confidargli che accorciare il proprio cognome nel mondo dello spettacolo porti sfortuna. Pasquale decise allora di cambiare: diventò Banfi grazie al suo impresario, un maestro di scuola elementare, che scelse il cognome prendendo il primo nominativo dal registro di classe dei suoi alunni: Aureliano Banfi. La famiglia dell’attore pugliese era molto cattolica. I suoi genitori lo spinsero a provare l’esperienza del seminario, ma ben presto Lino si rese conto che la sua strada era in realtà un’altra. Rimase in seminario fino ai 18 anni per non contrastare la volontà familiare, poi decise di emigrare a Milano per tentare la fortuna nel mondo dei varietà e dello spettacolo. La sua famiglia era anche molto povera. Una volta Lino ha raccontato che, pur di dormire qualche giorno in ospedale dove poteva avere accesso a un vero letto, si era fatto operare alle tonsille. Gli esordi della sua carriera non furono facili. Per far fronte ai debiti, chiese diversi prestiti anche a un usuraio. Secondo quanto riporta Ansa ha anche raccontato che al debutto, a Napoli, ricopriva contemporaneamente i ruoli di attore e amministratore (”e così avevo ampie occasioni di fregare tutti i capocomici che tiravano a fregare me, perché a casa avevo una famiglia che doveva mangiare sette giorni su sette e non cinque su sette”) o di quando si perfezionava nell’arte dello scassinare telefoni e frigoriferi nelle pensioni che lo ospitavano durante la ‘tournée’. Banfi ha raccontato a Vanity Fair di essersi innamorato di sua moglie, Lucia Lagrasta, con il più classico dei colpi di fulmine: “Un mio amico mi disse: ‘C’è una bella ragazzina che tutti i giorni viene qui a comprare filo e cotone per rammendare’, e io ‘Signorina, ti devo parlare’, ma lei mi cacciò in malo modo. A quel punto capii che se ne poteva continuare a parlare”. Il primo marzo 1962, dopo dieci anni di fidanzamento, si è sposato con Lucia Lagrasta. I genitori di lei ostacolarono le nozze, così i due decisero di sposarsi in gran segreto nella Chiesa di San Francesco a Canosa di Puglia, alle 6 del mattino. In occasione del suo ottantesimo compleanno nel 2016, Banfi ha raccontato di una possibile collaborazione con Federico Fellini, poi sfumata. “Ci incontrammo nell’89, durante un doppiaggio. Rimase affascinato dai racconti dei miei anni nell’avanspettacolo e mi esortò a scrivere un libro – raccontò Banfi -. Voleva disegnare la copertina. Così gli mandai un dattiloscritto. Lo lesse in 6-7 giorni e mi rispose per lettera. ‘Non mancherà occasione di lavorare insieme. Io me lo auguro’, mi scrisse. Purtroppo un anno dopo se ne è andato”. Banfi ha dichiarato che il set del film in cui si è divertito di più è stato quello del “Commissario Lo Gatto”, nel 1986, in cui interpretava il ruolo del Commissario che, appena trasferito per punizione sull’isola di Favignana (Trapani), deve indagare su un misterioso omicidio. “Eravamo a Favignana – il ricordo di Banfi – e ogni giorno alle quattro del pomeriggio Dino Risi fermava il set e urlava ‘tutti al mare!’ In un attimo vedevi sparire più di 100 persone”. Nel 2012, nel consueto aggiornamento de “La Piccola Treccani”, venne inserito anche Lino Banfi, insieme a Paolo Villaggio. L’attore pugliese fu scelto per ”un’apprezzabile versatilità in ruoli diversi”, soprattutto in tv dove spicca il mitico Nonno Libero della serie ‘Un medico in famiglia”. I film in cui ha recitato a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, inseriti nel genere della commedia sexy all’italiana, furono nettamente stroncati dalla critica dell’epoca. Nel corso degli anni sono invece stati piano piano rivalutati: alcuni sono considerati veri e propri film di culto. Tra gli ammiratori, anche un regista come Quentin Tarantino.

Skytg24

 

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