(Tiziano Rapanà) A marzo ritornerà, su Rai 3, il programma Storie maledette di Franca Leosini. La notizia riportata da molti siti (compreso il nostro) ha generato un entusiasmo (per lo più, proveniente dai social) indomabile. Sono anch’io moderatamente contento della cosa, ma certo entusiasta non sono. Mi spiego meglio: è bello il ritorno della Leosini, tuttavia queste Storie maledette mi hanno un po’ stufato. Preferirei vedere delle Storie benedette. Ossia momenti di redenzione e rinascita dell’essere umano: mi piacerebbe assistere al resoconto della conversione (anche religiosa e in tal caso sarebbe bello dedicare una puntata a Paolo Brosio o Claudia Koll) dell’individuo. Non mi sembra più il caso di dare spazio all’odio e alla tragedia. Non mi sembra più opportuno – e lo dico con le parole della Leosini – “spalancare la porta all’orrore”. Semmai spalanchiamola all’amore, alla bellezza delle piccole cose, alla gioia di vivere il quotidiano. Per una volta, accendiamo una luce sulla dolcezza anziché sulla sozzura criminale. Signora Leosini, la prego, non dia più voce a quest’inumanità: ho bisogno di vedere un encomio sulla bontà.
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