«I BASTARDI DI PIZZOFALCONE», PARLA ANTONIO FOLLETTO

L’attore che interpreta il poliziotto Marco Aragona nella fiction di Rai1 racconta: «Vorrei essere Al Pacino in Serpico, invece faccio ridere»

pizzofalconeAntonio Folletto è un gran trasformista. L’anno scorso, con capelli spalmati di gel e corti baffetti era il trafficante di droga o’ Principe in «Gomorra – La serie». Quest’anno, con ciuffone e aria scanzonata è Aragona, uno dei poliziotti del commissariato napoletano di Pizzofalcone.
Ci dica vizi e virtù del suo personaggio.
«Aragona è un raccomandato di ferro, suo padre è molto potente e lui se ne approfitta. Vuole dimostrare di essere migliore degli altri, uno che dice la cosa giusta, che è in gamba. È anche razzista e classista, però è pure un po’ fesso e per questo lo perdoniamo».
Conosceva le vicende di «I bastardi di Pizzofalcone»?
«Le ho lette e mi ha fatto sorridere il fatto che questo mio poliziotto voglia a tutti i costi essere come Al Pacino in “Serpico”, però basta guardarlo… Ha un ciuffo di capelli alla Elvis Presley che gli fa da “scudo”. Uno così come fa a non farti ridere?».
Nella vita lei alla guida è spericolato come il suo Aragona?
«Mi piace molto correre sia in macchina sia in moto, ma non come lui! Aragona è un potenziale pluriomicida. Io ho tutti i punti sulla patente».
Le sue battute scanzonate sono solo frutto del copione o anche di una certa improvvisazione?
«Il regista Carlo Carlei e lo scrittore de Giovanni ci hanno dato una linea guida, ma c’è tanta improvvisazione. E meno male, altrimenti sarebbe noiosissimo».
La frase più scorretta che ha detto?
«Durante l’arresto di un delinquente di colore il mio Aragona continua a dire “negri” di qua e “negri” di là, per poi aggiungere: “I negri sono tutti uguali”».
Invece lei è un tipo politicamente corretto o scorretto?
«Sono dell’idea che “quando ci vuole ci vuole”. Se dire una cosa mi fa stare bene, la dico».
In «Gomorra – La serie» interpretava o’ Principe, un personaggio che ha lasciato il segno.
«O’ Principe era un camorrista, faccio molta fatica ad accostarlo ad Aragona. Sono stati due viaggi totalmente diversi, anche fisicamente, lì c’era più azione, qui c’è più giallo».
«Gomorra» è una serie che ha diviso l’opinione pubblica: Napoli buona o Napoli cattiva?
«Per me “Gomorra” è un prodotto tv che ha come fine quello di intrattenere, e credo che l’abbia fatto in modo eccezionale. Non vedo perché non parlare della criminalità organizzata, esiste nella società e non spetta alle fiction rassicurare i cittadini».
È vero che lei è un grande tifoso del Napoli?
«Ho questo problema! A volte, a seconda di come va la partita della domenica, il lunedì gira in un certo modo…».

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