Oscar 2022, nella shortlist c’è anche Paolo Sorrentino con “È stata la mano di Dio”

Paolo Sorrentino ce l’ha fatta. E, dopo la nomination ai Golden Globe, si conquista un posto nella shortlist ai Premi Oscar tra i 15 titoli in lizza nella categoria Miglior film straniero. Per la cinquina e la nomination ufficiale è ancora presto (l’annuncio avviene l’8 febbraio) ma il passo avanti sembra cruciale per avvicinarsi – di nuovo, dopo otto anni dalla vittoria per La grande bellezza – all’ambita statuetta (la cerimonia di premiazione dell’edizione 94 è fissata per il 27 marzo), soprattutto considerando le altre 92 candidature provenienti da tutto il mondo. 

Dopo il Gran premio alla giuria alla Mostra del cinema di Venezia, È stata la mano di Dio (attualmente disponibile su Netflix) continua il suo cammino glorioso anche oltreoceano, consacrando anche il giovane protagonista Filippo Scotti che al Lido ha conquistato il Premio Mastroianni. Il film, il più personale per il regista partenopeo, rivive il trauma maggiore della sua vita, raccontando la morte di entrambi i genitori durante un incidente in villeggiatura. Meno barocco del solito, va dritto al cuore e conquista alternando sapientemente commedia e dramma grazie anche alla consolidata collaborazione con Toni Servillo. Nella storia c’è di tutto: la devozione-ossessione per Diego Armando Maradona (l’unico rimpianto della sua vita è che il campione non l’abbia potuto vedere), lo smarrimento dell’adolescenza interrotta, i rituali familiari, le seduzioni e il senso di perdita. Squisitamente umano, il progetto vuole essere una catarsi personale, un’elaborazione del lutto che gli ha cambiato la vita ma soprattutto – ha confessato – una sorta di testamento per i suoi film, un modo per spiegare loro la ragione.

Al Festival di Zurigo, durante una masterclass, Sorrentino ha rivelato di non amare affatto cocktail, pranzi e cene che sono legati alla promozione del filmper farlo conoscere e votare agli Academy Awards. Ha anche aggiunto che è la parte che ama meno del suo lavoro perché quella che preferisce riguarda la solitaria fase di scrittura. Sul set finge di divertirsi dietro la macchina da presa ma tutta quella gente gli mette ansia.

Può essere orgoglioso, però, di questo ennesimo traguardo internazionale, anche se al corrispondente europeo degli Oscar, gli EFA, non ha portato a casa alcun riconoscimento. Stavolta La Palma d’oro al Festival di Cannes Titane è fuori dai giochi, così come i colleghi italiani Marco Bellocchio con Marx può attendere e Giuseppe Tornatore con Ennio (appena presentato al Red Sea International Film Festival in Arabia Saudita), entrambi elegibili nella categoria Miglior documentario.

Paolo Sorrentino dovrà vedersela con degni avversari: l’iraniano Un eroe di Asghar Farhadi (dal 3 gennaio in sala), il film animato danese Flee di Jonas Poher Rasmussen (già trionfante agli EFA e dal 24 marzo 2022 nella Penisola), il giapponese Drive My Car (uscito a settembre) di Ryûsuke Hamaguchi, il finlandese Scompartimento n.6 (ora in sala), lo spagnolo Il capo perfetto (con Javier Bardem, dal 23 dicembre anche in Italia) e il norvegese La peggiore persona del mondo (attualmente al cinema).

VanityFair.it

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