Vukotic, mollai la danza per Fellini

Mai fatto ruolo da maledetta e neppure Shakespeare, peccato!

Se gli chiedi cosa sia la gentilezza, neppure ti risponde. O meglio, non capisce neppure la domanda, perché per lei essere gentili è una cosa naturale, ma di coraggio Milena Vukotic, 84 anni, all’Ortigia Film Festival dove ha ricevuto un premio alla carriera, ne ha avuto da vendere: “Vengo da una famiglia di artisti, mia madre era musicista, e mio padre letterato. Sono cresciuta così tra teatro e musica ed educata alla danza che a Parigi diventò poi la mia professione a livello internazionale, ma dopo aver visto ‘La strada’ mollai tutto, tornai in Italia con un solo bisogno, quello di conoscere Federico Fellini”. E continua l’attrice: “Avevo anche una lettera di presentazione per lui, ma me la tenni ben stretta in tasca, mi vergognavo. E poi non ce ne fu bisogno si creò subito tra me e lui un rapporto speciale, ma di fatto mi ritrovai a Roma in cerca di un nuovo lavoro”. Per l’attrice – che ha poi lavorato con Fellini in ‘Giulietta degli spiriti’ e poi nell’episodio Toby Dammit (inserito in Tre passi nel delirio) – il cinema aveva preso il primo posto: “un’attrazione fatale che mi ha permesso poi di lavorare con Risi, Monicelli, Zeffirelli, Tarkovsky e Bunuel, ma resta Fellini quello che ha cambiato davvero la mia vita artistica. E questo grazie alla sua forza poetica, in fondo grandi registi, come lui e Bunuel, non sono diversi dai poeti”. Nonostante il volano della sua partecipazione a ‘Ballando con le Stelle’ su Raiuno dove ha stupito tutti per bravura e scioltezza, nel futuro della Vukotic, nessuna novità nell’immediato: “continuerò a novembre lo spettacolo di teatro ‘Autunno di Fuoco’ di Marcello Cotugno, mentre sul fronte tv, nulla: il Medico in famiglia l’ho lasciato tre anni fa”. Il rapporto con Villaggio/Fantozzi, di cui è stata per anni la grigia moglie Pina, non nasconde l’attrice “sia stato complicato, ma anche arricchente. E poi va detto che lui, contro tutto e tutti, ha costruito una maschera universale”. L’amore? “Per ognuno è una cosa diversa – dice -. Mi sono sposata molto tardi e credo che per me l’amore si leghi al rapporto molto profondo che avevo con mia madre. È lei che mi ha dato la base per affrontare questo sentimento con la giusta serenità e consapevolezza”. Il suo sogno nel cassetto? “Fare cose a contrasto. Ad esempio un ruolo maledetto che non mi hanno mai dato. E poi non ho mai fatto un ruolo shakespeariano, un vero peccato!”. Infine, un ultimo ricordo di Fellini:”Un Natale mi regalo a sorpresa I Ching, il libro divinatorio cinese. Entrambi amavano certe cose”.

Francesco Gallo, Ansa

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