TV LOCALI, SERVE INNOVAZIONE E L’AUDITEL DIA CERTEZZE

 di Pierre de Nolac 

auditel«Rispetto all‘Auditel abbiamo bisogno di un sistema che dia certezze e non stati d’animo. Glielo abbiamo già detto, se l’Auditel ce l’assicura bene, altrimenti serve uno strumento più raffinato, che catturi dinamiche più complesse»: parole pronunciate dal sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli, nel suo intervento al RadioTv Forum 2016, il convegno annuale di Aeranti-Corallo, svoltosi a Roma nella sede nazionale di Confcommercio. Un incontro aperto dal coordinatore Aeranti-Corallo e presidente di Aeranti, Marco Rossignoli: «Il comparto radiotelevisivo locale è ora in grande difficoltà e sta rischiando un forte ridimensionamento», chiedendosi se «il governo, dopo quarant’anni, voglia ancora un sistema radiotelevisivo basato anche sull’emittenza locale». Le emergenze denunciate dalle televisioni locali sono tantissime: Rossignoli ha evidenziato il totale dissenso di Aeranti-Corallo dai provvedimenti legislativi e regolamentari assunti negli ultimi anni, in materia di uso delle frequenze: «Le criticità di tali provvedimenti sono confermate dalla circostanza che gli stessi, a oggi, non hanno ancora trovato attuazione, con ciò alimentando ulteriormente lo stato di permanente incertezza in cui il settore si trova a operare. Occorre superare questa situazione, in modo tale che le tv locali possano pensare a fare impresa e non soltanto a rispettare continui, complessi e onerosi adempimenti burocratici».

Giacomelli ha riconosciuto lo sforzo svolto quotidianamente dalle televisioni locali: «C’è chi scommette sul proprio ruolo di editore ogni mattina, facendo conti con le difficoltà, e c’è chi ha approfittato fino a oggi delle lacune della normativa e ha preso contributi a pioggia. Io vorrei che si uscisse da questa fase, evitando di disperdere risorse e concentrandole su chi scommette sulla propria impresa». Giacomelli è convinto che «questo settore potrà essere ancora protagonista a patto che mantenga la caratteristica di quaranta anni fa, quando si è affermato perché era innovativo e rivoluzionario. Penso che le tv locali non debbano rimanere ferme e confermare se stesse, ma che debbano mantenere la capacità di essere innovative». Ma quali possono essere le prospettive? Secondo il sottosegretario, «si può puntare sul fatto che siano sul mercato e sull’autonomia industriale che hanno, oppure puntare sul riconoscimento della funzione pubblica che svolgono. Ci sono rischi e pro in entrambi i casi».

Secondo il componente dell’esecutivo Aeranti-Corallo e presidente Corallo, Luigi Bardelli, «occorre essere consapevoli che, in un mondo sempre più globalizzato, vi sarà sempre una forte esigenza di emittenza locale, che è emittenza di prossimità, capace di ricostituire le nostre comunità».

Al termine del convegno, per la ricorrenza del quarantennale della liberalizzazione dell’etere, operata a seguito della sentenza della Corte Costituzionale del 1976, Aeranti-Corallo ha consegnato un riconoscimento alle imprese radiofoniche e televisive locali già attive in quell’anno.

ItaliaOggi

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