Cannes, Castellitto: ‘Popolare è una parola bella’

Trinca, la mia meravigliosa coatta sul red carpet

Quando hai dato vita ad un personaggio potente, ”gladiatore”, una specie di “animale selvatico pieno di ammaccature, umanissimo e imperfetto e per questo cosi’ bello” – sono le parole della scrittrice Margaret Mazzantini – finisce che te lo porti dentro per un bel po’, che ti continua a vivere per quello che ti ha smosso dentro.
“E allora ho pensato che Fortunata la porto a Cannes per davvero, le faccio vivere quest’esperienza e sul red carpet anziche’ Jasmine Trinca c’e’ anche lei, minigonna, zeppe alte e tanti colori” dice all’ANSA l’attrice protagonista al festival nel concorso di Un certain regard del film di Sergio Castellitto da ieri in sala. Questa “meravigliosa coatta” come la chiama con evidente affetto il regista, questa parrucchiera a domicilio della periferia romana che arranca senza mollare mai, sta piacendo al pubblico, ieri e’ stato il migliore incasso della giornata e tanti sono i messaggi che arrivano. “Quando una ragazza ti scrive ‘sono come Fortunata’ come puoi non essere felice, si chiama identificazione, cosa c’e’ di piu’ emozionante di riuscire ad entrare nel segreto essere di una giovane donna che vede nel personaggio che hai filmato riflessa la propria immagine? Ci hanno fatto credere che le classi non esistono piu’ invece ci sono spaventosi divari sociali, esiste tutto solo che usiamo altri termini”. Fortunata, un romanzo popolare e con grande uso del dialetto, ”bene, mica vuole dire che e’ Natale a Torpignattara” interviene l’autrice. “Popolare e’ una bellissima parola, e’ stata accettata solo nella crasi Pop, ma io penso che l’essenza divulgativa del cinema, riuscire ad essere in connessione con le persone, avere il desiderio di comunicare e farsi capire e’ una cosa bellissima. Ci criticano per questo? -il regista – pazienza, si arrenderanno, abbiamo sempre vissuto con serenita’ questo perche’ quando hai un esercito di lettori come lei o tanti spettatori come me, ti relazioni a loro, e non sono una massa indistinta tutt’altro”. Le critiche non sono state tutte positive e in generale la coppia Castellitto-Mazzantini fa vita e storia a se’. ” La critica? E’ un alligatore misterioso – prosegue Castellitto – con quale diritto ti indigni perche’ un film non ti e’ piaciuto, l’occhio puro e’ quello delle persone”.
Dalla pasoliniana Fortunata, “sono vicina e distante al tempo stesso. Non lo misuro sulla distanza sociale, dove mi colloco io nella societa’ rispetto a lei , ma piuttosto sul modo di affrontare la fatica del vivere quotidiano. Fortunata e’ sfrontata e io non lo sono affatto, ma quella forza un po’ senza filtri che viene dalla pancia e che non e’ arroganza sento di averla anche io, un istinto primordiale che adesso sto sperimentando da madre tutt’altro che perfetta”. Ed e’ stata proprio questa forza istintiva, la rabbia che sembra covare Jasmine Trinca a far pensare alla Mazzantini e al regista che avevano trovato la Mamma Roma cui Castellitto fa dichiaratamente omaggio – anche nelle location, li’ il Tuscolano e il Quadraro, qui Tor Pignattara, giusto qualche strada prima. ” Avrebbe dovuto interpretarla Penelope Cruz dopo Non ti muovere poi non se ne fece nulla. Quando abbiamo conosciuto Jasmine ci siamo innamorati di quest’attrice di grande talento e tutto e’ ripartito”. Con Fortunata la coppia Castellitto-Mazzantini ha fatto un’ulteriore passo in avanti: “finito il film ero esausto, sono andato a trovare mia figlia a Londra. Al montaggio ha pensato lei. Ufficialmente siamo entrambi autori del film”.
I mestieri restano separati e diversi – “io scrivo in solitudine, quasi in clausura, lui si misura con il caos delle riprese e soprattutto l’efferatezza del denaro, del sistema del cinema per cui ogni giorno devi chiederti se quella scena e’ necessaria o no, visto che costa, e potrebbe essere tagliata al montaggio – ma poi tutto si mescola, sul set, sulla riscrittura addosso agli attori. Stefano Accorsi che interpreta lo psicologo che s’innamora di Fortunata, madre della sua piccola paziente, e quindi ai limiti della deontologia, racconta come “Sergio sul set e anima e corpo, ti abbandoni a lui, al flusso e non hai il tempo per riflettere ma solo di emozionarti”. Hanna Schygulla che interpreta la madre dell’amico fraterno di Fortunata (Alessandro Borghi), anziana attrice che recita l’Antigone persa nell’Alzheimer, “un modo per ritornare al cinema con un personaggio poetico e ricordare Fassbender e la sua passione per la tragedia greca”.

ANSA

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