RISCHIATUTTO VINCE SEMPRE

Con un rito nostalgico collettivo, su Raiuno si è celebrata la prima delle due puntate speciali del Nuovo Rischiatutto: per i più un appuntamento emotivo con la memoria e la nostalgia, per altri una curiosa immersione nella televisione che fu

rischiatutto-rinviatoC’è chi ha esultato commosso nel rivedere la (mitica) signora Longari. E chi, probabilmente, del parterre di ospiti e concorrenti avrà riconosciuto appena Maria De Filippi e Lorella Cuccarini.
Età agli antipodi e diversi background si sono riuniti giovedì 21 aprile davanti allo schermo per celebrare – con un rito nostalgico collettivo, a metà tra il gioioso e il malinconico – la prima delle due puntate speciali del Nuovo Rischiatutto. Per i più, un appuntamento emotivo con la memoria e la nostalgia; per altri, una curiosa immersione nella televisione dei loro padri e dei loro nonni, riportata in vita (e video) da Fabio Fazio dopo quarant’anni su Raiuno, per la prima volta a colori. Unica eccezione: il baffo dell’implacabile Signor No Ludovico Peregrini, che da nero si è ricamato con il tempo d’argento.
Stesso studio, stessa musichetta, stesso inconfondibile campanello. L’operazione amarcord è servita in ogni dettaglio. Com’è giusto che sia, perché questo per ora non è né un remake né un revival, ma un omaggio. Alla televisione moderna e garbata che fu (più moderna che mai). Ovviamente a Mike Bongiorno. E poi a ottobre, quando dovrebbe partire la trasmissione vera e propria, si vedrà.
Fabio Fazio si gode intanto il suo momento, apre la scatola e comincia il suo viaggio nel tempo. Fa l’ingresso in bianco e nero, dedica il primo grande applauso a Mike, ritira dalle mani della vedova Daniela la cartellina con le domande ed entra così finalmente a far parte del «gioco più bello». È felice come un bambino, ma, complice forse la troppa emozione, non riesce a trasmettere al pubblico lo stesso entusiasmo.
Ci pensano gli altri al suo posto: qualche ospite riuscito (l’”esperto dei Beatles” Fabrizio Frizzi, Nino Frassica, Maria De Filippi che riesce a farsi notare anche messa in un angolo), ma in particolare i “vecchi” concorrenti richiamati alla corte dello storico quizzone. La (mitica) Longari, appunto. Che si presenta definendosi “la più sfigata”, e poi passa il tempo a combattere con il pulsante. Il geniale Fabbricatore (che qualcuno solo oggi scopre essere il cognome e non l’occupazione). Matilde Gioli, valletta discreta ma pronta, che a un certo punto osa persino la ribellione: «Fabio, ma tu non mi cerchi mai!». Come se dieci anni di Filippa Lagerback a Che Tempo Che fa non avessero insegnato niente…

Vanity Fair

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