Wanna Marchi fuori controllo: “Punite per aver venduto sale a dei deficienti”

Nell’uno contro tutti scontro durissimo a “Live-Non è la D’Urso”, ospiti Wanda Marchi e sua figlia Stefania Nobile

Se pensavate di aver visto tutto con l’intervento di Fabrizio Corona a “Live-Non è la D’Urso” siete in errore.
Il programma ha mandato in onda uno scontro molto forte tra Wanna Marchi, sua figlia Stefania Nobile e gli opinionisti presenti in studio. Le due donne, che hanno scontato nove anni di carcere per associazione a delinquere finalizzata alla truffa, hanno avuto durante tutto lo spazio un atteggiamento duro, a volte provocatorio, tanto da far reagire in maniera negativa anche il pubblico presente in studio.

Accesi gli scontri con Alessandro Cecchi Paone o Enrica Bonaccorti che chiedevano alle due donne di scusarsi e di dire a gran voce al pubblico di non credere ai maghi, affinché i loro errori potessero essere da esempio ad altri. Ma questo non è stato facile da raggiungere e solo l’intervento di Barbara D’Urso ha riportato la tranquillità in studio. La conduttrice è scesa in campo e prendendo la parola soprattutto quando Wanna ha dichiarato “ho venduto sale ai deficenti e per questo siamo state punite” riferendosi alla truffa che hanno perpetrato vendendo sale come rito anti sfortuna, o quando sua figlia Stefania attaccata dal pubblico ha inveito: “Questo è il popolo italiano che vuole gli assassini liberi e Wanna Marchi in galera”.

A questo punto è intervenuta la conduttrice spiegando: “Scusa Stefania, se tua madre si alza e dice che le persone che sono state truffate sono dei deficienti, lo capisci che è ovvio che la gente reagisce? Perché non è giusto”. “Hai ragione – le fa eco la figlia di Wanna Marchi – quello che voleva dire mia madre è quello che volete farci dire a noi, che non è normale che se uno ha un problema chiama un mago. Questo è quello che voleva dire mia madre”.

Ma Barbara D’Urso non ci sta e replica alle due donne: “Quello che il pubblico stava cercando di dire, ma che voglio dirvi io, è che se, facendo un esempio assurdo io avessi nella vita spacciato droga e causato la morte, o anche la distruzione di alcune persone, e fossi stata arrestata, condannata e avessi scontato la pena, se fossi in quella poltrona dove siete sedute, avrei detto: ‘Non fate quello che ho fatto io. Non lo fate, non andate da quelli che fanno quello che ho fatto io. Perché quello che ho fatto io è schifo e schifo è chi fa ora le stesse per cui sono stata condannata’”.

A questo punto la Marchi capisce e si alza. “Io sono Wanna Marchi – dice rivolta alla telecamera – e vi dico: ‘Chi chiama un mago sbaglia, chi chiama un mago è un deficiente, un mentecatto, non ha capito niente, perché la vita non non ve la può risolvere un mago. Perché nella vita ci vuole il lavoro, e ci vuole l’onestà, che io per un momento ho perso. Torno a ripetere: non chiamate i maghi’”.

Questo ‘pentimento’ viene accolto con un applauso del pubblico e con la soddisfazione dei presenti, anche se c’è chi, come Alessandro Cecchi Paone, non crede alla loro buona fede. Ma il risultato raggiunto è comunque importante.

Roberta Damiata, il Giornale

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