LA SORPRESA DANIELE LIOTTI “IO GIUDICE AD AMICI RISCOPRO IL MONDO POP”

Da sabato con Abbagnato, Ambra e Meta nella sfida tra le squadre di Elisa e Morgan

Lui è la vera sorpresa tra i giudici della nuova edizione del serale di Amici di Maria De Filippi che parte sabato su Canale 5. Ermal Meta è un cantautore che in quel talent sta a pennello.
Eleonora Abbagnato e Ambra Angiolini sono, per tanti motivi, tangenziali alla musica pop. E i «capisquadra» Elisa e Morgan non hanno bisogno di presentazioni. Daniele Liotti però non se lo aspettava nessuno perché è un attore cresciuto tra cinema, tv e teatro, quindi seguendo metri artistici spesso distanti dalla canzone popolare. «Però ho due fratelli cantanti, uno scrive e compone per sé, l’altro ha una cover band che suona musica anni ’50 stile Elvis e Paul Anka: quindi le canzoni sono sempre state parte della mia vita, anche se io non so suonare granché bene. Però mio figlio è un rocker e gira in casa con la chitarra», spiega lui.
Indubbiamente fascinoso e assai gentile nei modi, c’è da scommettere che conquisterà tutti perché spariglierà le carte portando il punto di vista ben strutturato di chi ha orecchio musicale ma anche una particolare attenzione alle movenze, alla gestualità e alla dizione dei concorrenti. «In effetti credo che sia una bella giuria: Ermal ha grandissima sensibilità, Eleonora è dolce ed elegante, Ambra, che conosco da tempo, è brillante e piena di verve. Trovandoci insieme nella prima puntata (quella in onda sabato prossimo – ndr) abbiamo scoperto già un affiatamento mica male».
Dunque ieri sera è andata in onda l’ultima puntata della fiction Un passo dal cielo, nella quale sostituisce nientemeno che Terence Hill. E sabato partirà ufficialmente la sua sfida ad Amici. «Ho accettato dopo un incontro con Maria De Filippi e la sua squadra perché mi è piaciuta molto l’energia che ho sentito e lo spirito del programma, che è quello di una battaglia tra ragazzi però con tanta complicità e solidarietà l’uno con gli altri. Insomma mi sono sentito a casa».
Però, come dicono tutti coloro che finora si sono seduti sulla poltrona del giudice di un talent show così popolare, la responsabilità è pesante: «Bravo, infatti ho subito chiesto se fossi davvero la persona giusta per un ruolo del genere». Prima ancora di vederlo in azione, sembra di sì, forte del pudore diventa giudice ben sapendo che cosa significhi esserlo: «Mi piace molto il coraggio di questi ragazzi nel mettersi in gioco e buttarsi nell’arena del giudizio. Concorrenti come Thomas, che è un mezzo prodigio, o o Shady, coraggiosissimo, trasmettono davvero tanta energia». Dopotutto, per l’attore di una delle fiction più belle di sempre (Il capo dei capi sulla vita di Totò Riina) e di film come Il fuggiasco di Andrea Manni o Tutta colpa di Freud di Paolo Genovese, è più consueto essere giudicati che giudicare.

«E poi – spiega con la matura consapevolezza di 45enne sono sempre stato molto schivo nel vendermi e molto concentrato sul risultato della mia recitazione perciò ho evitato a tutti i costi di farmi imprigionare in un ruolo standard né di farmi incasellare in quella vacua e generica categoria degli attori belli. In poche parole, ho sempre provato a crescere». E stavolta, proprio in attesa di Squadra Mobile 2 (che torna a aprile su Canale 5) e poi di Immaturi (in autunno, sempre su Canale 5), Daniele Liotti, prova a crescere con la toga di giudice canoro, proprio lui che, per definizione di attore, è sempre stato abituato a essere giudicato dal pubblico. «Credo che anche per i miei compagni di avventura sia lo stesso».

Lui ha il passepartout del figlio, che nelle scorse edizioni lo ha avvicinato al mondo di Amici: «Non l’ho mai seguito in modo abitudinario, ma attraverso le sue parole ho scoperto pian piano questo mondo». Ora tocca a papà entrarci da capo a piedi, all’attore che è diventato un punto di riferimento per il pubblico in serie da milioni di spettatori e che ora si mette in gioco in un ruolo che è assai distante dai ritmi e dalle convenzioni di un set: «Ritornerò un po’ a quando ero ragazzo anche io e ascoltavo Battisti o Kim & The Cadillacs o i grandi cantautori come Luigi Tenco», dice sorridendo.
Quando parla, Daniele Liotti è assai posato, ben poco teatrale nella dizione e assai preciso nello scandire i concetti. Più che televisivo, sembra un vero attore teatrale, di quelli capaci di giocare con l’accentuazione delle parole (a proposito, ha pochissima inflessione romana nonostante sia nato a Roma nel 1971), modulando le pause e non giocando con trionfalismi paraculi.
Un giudice tutto d’un pezzo, si direbbe, che ora inizia la lunga avventura di una gara canora da milioni di spettatori. A quelli è abituato. Al mondo entusiasta e colorato del talent show di Maria De Filippi si sta abituando passo dopo passo. Anche lui, in fondo, mette in gioco il proprio talent per farlo diventare più completo.

Il Giornale

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