Da «Grace and Frankie» a «Il metodo Kominsky»: le serie «over 70» di successo

Jane Fonda, Michael Douglas, Henry Wrinkler: la nuova tendenza che funziona è quella della terza età in tv. Tra disincanto e ironia

Forse non ve ne siete accorti. Senza fare troppo «rumore», ma conquistandosi un seguito di fan fedeli, il 18 gennaio Grace and Frankie ha festeggiato il suo quinto compleanno. Sembra ieri che la bella commedia con Jane Fonda e Lily Tomlin debuttava su Netflix. Invece la formula ha funzionato così bene da diventare una piacevole compagnia già per cinque stagioni (la sesta è confermata): un appuntamento con l’irresistibile ironia delle due amiche agli antipodi, la cinica e impeccabile Grace e la hippie ottimista e sconclusionata Frankie.  Ne è passato di tempo da quando hanno scoperto che i loro mariti erano gay:hanno affrontato insieme il «trauma», sono andate a vivere sotto lo stesso tetto e, fra bisticci, figuracce e malintesi, hanno imparato che non possono fare a meno l’una dell’altra. Tanto che, quando Grace ha deciso di risposarsi (con Nick), ha messo subito in chiaro che la sua coinquilina è compresa nel «pacchetto». Grace & Frankie, scritta dall’autrice di Friends Marta Kauffman, ha dimostrato che non è mai tardi per sperimentare e lanciato una nuova (fortunata) moda in tv, quella delle star over 70 che si rimettono in gioco. L’ultimo esempio è Il metodo Kominsky, sempre su Netflix, che ha appena vinto i Golden Globe alla miglior commedia e attore protagonista, Michael Douglas. La sit-com, firmata da un altro esperto del genere, il creatore di The Big Bang Theory Chuck Lorre, segue sempre una coppia di vecchi amici: Sandy Kominsky (Douglas), una ex star del cinema che ha aperto una scuola di recitazione, e il suo agente Norman (Alan Arkin, che con la sua comicità caustica vinse l’Oscar per Little Miss Sunshine), entrambi alle prese con i contraccolpi della loro età. Fra riflessioni sul tempo rimasto (che non è più tanto), prostate ingrossate e flatulenze impreviste. «Quando rido troppo forte, scorreggio un pochino», confessa Douglas in una delle prime puntate (come si fa a non amarli?). Un disincanto che arriva solo superata una certa età e che è anche la fonte delle battute più divertenti. Un’altra vecchia conoscenza che ha (ri)conquistato il pubblico di recente è Henry Wrinkler, l’ex Fonzie di Happy Days che, con il suo avido e improbabile insegnante di recitazione in Barry (disponibile su Chili), la sit-com di Bill Hader, ha vinto l’Emmy al migliore attore non protagonista.E se non l’avete mai vista, recuperate la capostipite del genere Curb Your Enthusiam, dove il creatore della sit-com di culto Seinfeld Larry David interpreta una versione burbera di se stesso in una commedia degli equivoci girata con lo stile del falso documentario.

Margherita Corsi, Vanity Fair

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