Bruno Sialelli è il nuovo direttore creativo di Lanvin

Per rilanciarsi, l’azienda di moda francese ha scelto uno stilista poco conosciuto, che ha disegnato moda sia femminile che maschile

L’azienda di moda francese Lanvin ha scelto Bruno Sialelli come nuovo direttore creativo, il quarto degli ultimi quattro anni dopo il licenziamento di Alber Elbaz, alla guida del marchio per 14 anni. Sialelli ha 31 anni, è cresciuto a Marsiglia, ed è piuttosto sconosciuto: da marzo 2016 si occupa della moda uomo dell’azienda spagnola Loewe, dopo aver disegnato quella femminile da Paco Rabanne, Acne Studios e Balenciaga. Il suo compito è quello di rinnovare lo stile e l’immagine di Lanvin, la più antica azienda di moda francese (fondata da Jeanne Lanvin nel 1899), che nel febbraio 2018 è stata acquisita da Fosun International, il più grande conglomerato privato cinese. Tra le ragioni della scelta c’è l’esperienza di Sialelli nella moda sia maschile che femminile, che si inserisce nella richiesta di una moda sempre più “gender fluid”, ovvero senza distinzioni di genere, che propone abiti adatti sia per le donne che per gli uomini. La sua prima collezione potrebbe essere già presentata alla Settimana della moda di Parigi, che inizierà il 25 febbraio.  Sotto la guida di Alber Elbaz, Lanvin aveva trovato una nuova voce e un nuovo successo, grazie all’apprezzamento di attrici come Meryl Streep e Natalie Portman. Negli ultimi anni era però entrata in difficoltà economiche ed Elbaz era stato licenziato nel 2015 dall’allora proprietaria, l’imprenditrice taiwanese Shaw-Lan Wang. Venne sostituito dalla stilista francese Bouchra Jarrar, che vi rimase 16 mesi prima di entrare in conflitto con i proprietari, e poi da Olivier Lapidus, che si dimise a marzo. Nel frattempo lo scorso novembre se n’è andato anche Lucas Ossendrijver, che si era occupato della moda maschile per 14 anni. Lanvin è la prima importante acquisizione di Fosun nel mondo del lusso, che per ora possiede il marchio italiano Caruso, quello austriaco di calzature Wolford e la maglieria statunitense St. John. È un primo tentativo di affacciarsi nel settore, che interessa sempre di più ai consumatori cinesi e che al momento è dominato dai gruppi europei Kering, che possiede Gucci e Balenciaga, e LVMH, proprietario di Dior e Louis Vuitton.

Il Post

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