Vi spiego il successo di “Melaverde”

(Tiziano Rapanà) Gli ascolti di ieri hanno certificato il successo di Melaverde (ha conquistato 2.056.000 spettatori – pari al 14 percento di share). La cosa non stupisce, perché il programma, di Canale 5, condotto da Edoardo Raspelli ed Ellen Hidding è da sempre un portatore di buoni ascolti. E la ragione di questo successo è facilmente spiegabile e riassumibile, con l’uso di quattro parole chiave che rappresentano bene il corpo artistico di Melaverde.

Semplicità. Melaverde è un programma dominato dalla semplicità delle riprese, del montaggio e soprattutto del linguaggio. Raspelli e Hidding utilizzano un linguaggio accessibile a ogni fascia di pubblico. Non c’è spazio per la nomenclatura culinaria e altri ghirigori lessicali.

Ironia. Il programma vive di una garbata ironia, frutto dell’ingegno dei due conduttori (soprattutto di Raspelli). Si ride spesso e volentieri dei piccoli momenti leggeri che adornano festosamente la divulgazione.

Autorevolezza. Edoardo Raspelli è il re della critica gastronomica. È il giornalista più competente del settore (e giustamente il più esigente – ho letto alcuni numeri della sua rubrica Il bello e il buono su La Stampa ed ho apprezzato la sua sacrosanta inflessibilità nella valutazione dei ristoranti) ed è quindi la persona più adatta per condurre un programma come Melaverde. Il pubblico lo sa ed è per questo che ogni settimana lo segue con affetto.

Amore. È forse la peculiarità più evidente in Melaverde. L’amore domina ogni storia protagonista della puntata. Un amore che attenua la fatica dell’agricoltore, che accende la speranza del produttore di salumi e che dà la forza all’imprenditore di investire in loco anziché emigrare altrove. L’amore è la marcia in più che fa di Melaverde, la radiografia emozionale dello stato dell’agroalimentare italiano.

P. S. Scrivetemi, tizianodecoder2@gmail.com

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