La «vera» Regina degli Scacchi accusa Netflix di sessismo e fa causa per 5 milioni di dollari

Nona Gaprindashvili, «vera» Regina degli Scacchi, fa causa a Netflix per 5 milioni di dollari. La motivazione? Una scena incriminata che sa di sessismo.

Ha appena vinto due Emmy artistici – oltre ai nove tecnici – eppure il gioiellino seriale La regina degli scacchi, con altri due Golden Globe conquistati, è al centro di una bufera legale proprio in queste ore. La storia che vede protagonista Anya Taylor-Joy (qualche giorno fa alla Mostra di Venezia con Ultima notte a Soho) ha fatto arrabbiare la vera campionessa sovietica Nona Gaprindashvili. Risultato? Una causa da 5 milioni di dollari nei confronti di Netflix.

La scena incriminata

Il motivo per cui la campionessa ha accusato la piattaforma streaming di sessismo è un dialogo a suo avviso non corretto nella puntata finale.

Durante un torneo di Beth Harmon il commentatore cita proprio la stella russa sostenendo che ha vinto il titolo mondiale ma senza mai battere un uomo. Secondo l’istanza presentata presso il tribunale della California la campionessa è considerata un patrimonio nazionale nella sua terra d’origine, la Georgia, per essere diventata la prima donna della storia ad aver ottenuto il titolo di Grande maestro internazionale di scacchi. Le argomentazioni legali sono lunghe 25 pagine e accusano la miniserie tratta dall’omonimo romanzo di Walter Tevi di essere sessista.
All’epoca dei fatti, nel 1968, pare infatti che Gaprindashvili avesse affrontato almeno 59 concorrenti maschi, di cui 28 simultaneamente in un torneo.

Le accuse

All’accusa di umiliare la vera campionessa per esaltare un personaggio di finzione Netflix ha risposto con quello che equivale ad una scrollata di spalle, ossia una dichiarazione di grande ammirazione per il talento della stella degli scacchi sovietica che comunque ribadisce la presa di posizione nell’adattamento seriale. Niente da fare: la Gaprindashvili non molla e ribadisce di aver subito un torto enorme davanti a milioni di spettatori – almeno 62, nel primo mese d’uscita – e sottolinea come la serie non esalti l’ingegno femminile ma demolisca chi davvero ha compiuto nella realtà quell’epica impresa.

Il futuro è rosa?

Proprio quando s’ipotizza un adattamento teatrale dell’opera, la “vera” Regina degli Scacchi, che ha iniziato la carriera a livello professionale a 13 anni, non ci sta e passa all’attacco. «Non sono molte le cose che mi colpiscono a livello emotivo – ha dichiarato – ma quest’episodio mi ha sorpreso e umiliato». Secondo lei questa battaglia legale farà parte della sua eredità proprio come i primati mondiali: «Ho iniziato questa battaglia e continuerò a portarla avanti».

(vanity fair – Alessandra De Tommasi)

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