Rai, leader indiscussa dello sviluppo della radio digitale. A breve arriverà l’aggregatore PER Player Editori Radio. Per il direttore Sergio è un momento di svolta

In occasione del WorldDab+ Automotive 2019 in corso a Torino, Roberto Sergio, direttore Rai Radio, fa il punto sul ruolo della Rai nello sviluppo della radio digitale e fissa i prossimi obiettivi di business.

“Per anni – spiega Sergio – il dibattito sulla radio digitale è stato limitato agli operatori del settore, e spesso neanche a tutti. Inizialmente era trattato sui tavoli tecnici della produzione dei contenuti e della loro distribuzione. Poi, è diventato un fatto di hardware, oltre che legislativo e istituzionale. Oggi siamo a un importante momento di svolta. Finalmente, la radio digitale (e il Dab) è un tema che interessa le persone”. La radio digitale sta diventando cioè un fatto di mercato e non è più solo una tecnicalità. E’ quindi evidente come questo sia anche il momento più delicato, perché non sono consentiti passi falsi e il mercato non aspetta. “Se finora abbiamo avuto tempo per discutere gli aspetti tecnici del progetto digital radio e per accordarci su standard e modalità – ammonisce Sergio – , adesso quel tempo non c’è più. Dobbiamo andare incontro alle persone sapendo che due sono gli aspetti che il mercato chiede: semplicità e personalizzazione. Sistemi altamente performanti ma difficili da utilizzare sono sconfitti in partenza, così come piattaforme chiuse che non consentono interazione. Usabilità significa anche facilità di accesso. Dall’altro lato, personalizzazione significa user experience e fidelizzazione. Questi due criteri base sono sempre esistiti. Da oggi, da questo convegno, diventano ineludibili. Il mercato non fa sconti. E non abbiamo prove d’appello”.

Secondo Roberto Sergio, il sistema radio digitale in Italia è pronto. “Sicuramente ha ancora qualche aspetto da affinare. Ma nessuna tecnologia è nata perfetta. Anche la telefonia mobile o l’iptv sono state messe sul mercato non perfezionate. Non dobbiamo quindi avere paura di confrontarci oggi con il nostro pubblico”, commenta il Direttore di Rai Radio. Quattro sono gli aspetti principali che consentono di parlare di una piattaforma ready to market: la coesione di intenti degli editori , il ruolo del legislatore che sia a livello Europeo sia a livello nazionale ha fortemente accelerato sul tema, la scelta di investire su copertura e sistemi di trasmissione e la presenza ora obbligatoria dei ricevitori sulle auto.

“In questo scenario – spiega Roberto Sergio – , Rai Radio ha svolto il suo ruolo di attore protagonista, insieme a tutti gli altri editori e consorzi coinvolti. Lo scorso novembre abbiamo organizzato una giornata di lavoro nella nostra sede di via Asiago che credo abbia rappresentato il momento di spinta definitiva al progetto. Non a caso, proprio in quei giorni arrivavano le decisioni legislative in merito. Negli ultimi anni abbiamo intrapreso un percorso che ci ha portato oggi a confrontarci da leader nel mondo delle produzioni audio digitali a livello internazionale. A livello editoriale, la nostra offerta verticale esiste già da un paio di anni ed è presente su tutte le piattaforme digitali. Oggi siamo presenti con 12 canali che sono vere radio con programmazioni studiate appositamente per specifiche esigenze di ascolto. Si tratta di una scelta impegnativa e che richiede maggiori risorse, ma che a medio termine dovrebbe essere vincente. Tutti i più importanti studi di registrazione sono stati rifatti in modalità audio-video. Ciò significa che, ad esempio, già oggi tutti i programmi di Radio 2 possono essere visti oltre che ascoltati. Abbiamo però deciso di non portare questi contenuti sulla tv, dove si confronterebbero, perdendo, con i più ricchi contenuti nativi video. La nostra visual radio sarà (e in parte già è) un arricchimento della esperienza di ascolto. E quindi viaggerà nella sezione radio delle tv connesse, sul web e sulla app. Stiamo anche valutando di sbarcare con una offerta ad hoc su RaiPlay. Relativamente alla copertura, sono stati fatti passi importantissimi, con la cosiddetta T autostradale completata e continue nuove attivazioni che ci porteranno a fine 2019 a coprire più del 57% della popolazione. Questo soprattutto grazie alla continua collaborazione con il Direttore della nostra area Ict, Stefano Ciccotti, e con l’Ad di RaiWay, Aldo Mancino”.

Fin qui, l’importante percorso fatto. Ma le sfide non sono finite. “Non ci fermiamo qui – conclude Sergio – Innanzitutto, alcune attività sono continuative: il lavoro sul posizionamento dei canali esistenti, l’estensione della rete, il remake degli studi. E poi le nuove aree di intervento. Gli aggregatori, e in particolare ‘PER Player Editori Radio’: un aggregatore doc creato e certificato dagli editori radio italiani che dovrà essere avviato entro il 2019. E poi lavoreremo con partnership e collaborazioni per il miglior posizionamento sule piattaforme di streaming musicale, sugli smart speaker, sulle tv connesse, e ovviamente nelle auto. Ancora, lavoreremo per un rilancio delle piattaforme web e app, svilupperemo un’importante offerta podcast, progetti multipiattaforma, attività verso il mercato estero. Come si vede, tante aree, ciascuna strategica per intercettare specifici segmenti di pubblico. Vedevo in questi giorni che molte auto propongono nei loro configuratori la radio digitale di serie, come da legge, ma chiamandola semplicemente “radio”: Ecco, da oggi la storia cambia. Da oggi la radio digitale probabilmente non ha più bisogno di definirsi tale. Da oggi la radio digitale è la radio”.

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