FRANCESCA DELLERA: «PRINCE VOLEVA PORTARMI NEGLI USA, DISSI NO»

L’icona di bellezza degli anni Ottanta e Novanta e la sua avventura con il «folletto di Minneapolis»: «Quando voleva qualcosa faceva di tutto, ma io avevo paura di sentirmi in una gabbia dorata». E sulla morte: «Non era assolutamente drogato»

«Era un genio assoluto, era “larger than life”. E quando voleva una cosa faceva di tutto per ottenerla». Francesca Dellera, icona di bellezza degli anni Ottanta e Novanta, sogno proibito di una generazione di uomini, aveva fatto perdere la testa anche a lui, Prince. Era il 1991 e lei era poco più che ventenne. «Voleva assolutamente che andassi al suo concerto allo stadio Flaminio, aveva chiamato la mia agente, voleva conoscermi. Lei però pensava fosse uno scherzo e gli ha sbattuto il telefono in faccia. Allora ha fatto chiamare dal suo entourage e alla fine è riuscito ad avere il mio numero».
Così, è iniziata fra di voi…
«Prima ci sono state le telefonate, lui mi chiamava dall’America. In pratica è stato anche il mio maestro d’inglese, aveva molta pazienza perché io all’epoca non lo parlavo molto, e lui cercava di spiegarmi le parole, quando non capivo. Poi gli ho detto che sarei andata a Parigi, dovevo sfilare per Jean Paul Gaultier, e lui ha preso l’aereo da Minneapolis ed è venuto». «Non voleva lo vedessero, ma girava con la limousine e 7 bodyguard, è stato un po’ complicato. Alla fine lui ha affittato un locale per cenare con me»
Com’è stato, il primo incontro?
«Era… piccolissimo! Poi io all’epoca ero fidanzata con un modello bellissimo, in pratica vivevo con lui a Parigi. È stata un’avventura divertente ma faticosa…Lui era uno che quando voleva una cosa faceva di tutto per ottenerla, mi ha corteggiata in tutti i modi. Per vedere il mio film “La carne” che negli Stati Uniti non era ancora uscito ha affittato un intero cinema. E anche quando andavamo al ristorante, affittava tutto il locale, arrivava con questa limousine e le guardie del corpo che dicevano “Prince is arriving”…Sembrava di essere in un film»
Com’era Prince, lontano dai riflettori?
«Aveva una personalità unica, era un uomo intelligentissimo, un grandissimo artista, e in più era anche molto divertente. Poi sapeva essere molto insistente, mi ha mandato dei regali pazzeschi, alcuni li ho anche buttati. Era generosissimo, spendeva in maniera esorbitante…Ha fatto di tutto per conquistarmi. Ma la sua era comunque una corte fatta con garbo, da una persona così famosa ti puoi aspettare arroganza, in realtà era anche molto timido. C’era questa contraddizione in lui, da un lato era molto esuberante, dall’altro aveva credo un problema con le persone. All’epoca c’era questo locale molto famoso a Parigi, Les Bains Douches, lui andava lì a suonare gratis alle 3 del mattino, ma non salutava mai il proprietario…non gli rivolgeva proprio la parola»
Ma alla fine, lei ha scelto il suo fidanzato…
«Prince voleva che girassi con lui un suo videoclip, voleva che andassi a Minneapolis. Questo avrebbe significato perdere il mio fidanzato, e io ero giovane, quando sei ragazza ami in modo assoluto…E poi voleva che andassi da sola a Minneapolis, non voleva che portassi nessuno con me. Era un uomo di un’intelligenza e genialità senza pari, ma era anche assoluto, un po’ un monarca, doveva avere tutto sotto controllo. La cosa che mi spaventava era che mi avrebbe fatta sentire in prigione, una prigione dorata sì ma pur sempre prigione. Io sono un’anarchica, una libera. E quindi ho detto no. Anche se forse un po’ mi sono pentita, era il Prince di “Diamonds and Pearls”…»
E sul presunto abuso di droghe, di cui si è parlato dopo la morte?
«All’epoca non era assolutamente drogato, di base era un salutista. Poi non so se negli anni è cambiato, non credo. Credo che fosse malato, non so se di Aids come si è detto, ma forse il problema possono essere stati i farmaci…»
«Prince era “larger than life” – conclude Francesca Dellera – era eccessivo in tutto, anche nel talento, era quello che faceva la differenza. Sarà difficile che ci sia un’altro come lui. Io adesso sono felice, sono fidanzata con una persona che lavora nel campo della musica, metà francese e metà americano. In fondo, mi sono sempre piaciuti gli artisti…».

Il Corriere della Sera

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