ATTUALIZZANDO… IL CASO PAOLA PEREGO

paola perego

Non sempre le malignità hanno un fine, sono molto numerose le creature umane che pensano e commettono cattiverie solo per il gusto di farlo. Nel caso di Paola Perego, su Rai Uno, la malignità di una decisione presa dai vertici di Viale Mazzini ha, invece, un fine ben preciso, forse due. Il primo mi sembra trasparente: la presidentessa Monica Maggioni e il direttore generale Antonio Campo Dall’Orto, con la loro brutale decisione, ritengono di ricostruirsi una credibilità, nel nome dei doveri del servizio pubblico. La Rai – non solo adesso, ma forse più delle passate stagioni – ignora quasi totalmente il suo ruolo istituzionale, quello di svolgere un servizio pubblico. Per di più, è afflitta da continue polemiche, per non dire scandalose rivelazioni, su una serie di sperperi, che contribuiscono ad un deficit insostenibile davanti all’ opinione pubblica. C’è da considerare infatti che la Rai è l’azienda che gode dei vantaggi di una parte cospicua del canone obbligatorio, inflitto attraverso la bolletta dell’Enel. I fatti sono noti: Paola Perego e gli autori di “Parliamone sabato”, un programma pomeridiano su Rai Uno, hanno commesso l’imprudenza di proporre un dibattito scottante: la tendenza, vera o presunta, dei maschi italiani a rapporti sentimentali e al matrimonio con ragazze dell’Est. A me è sembrato che la trasmissione fosse impostata su un evidente riferimento lieve, ironico. Come maschio, ho pensato, divertendomi, che fossero i maschi a fare, come ha detto qualcuno, la figura dei bietoloni. Invece, apriti cielo! Sui social network sono esplose le esternazioni delle sempre indignate femministe. Non potevano mancare Laura Boldrini, sempre puntuale in queste occasioni, e molti politici. Il tabù affrontato, anche se con il sorriso sulle labbra, dal team del programma incriminato, ha un nome preciso: sessismo, femminismo. A questo punto Maggioni e Campo Dall’Orto hanno deciso di chiudere il programma, dichiarando, con espressioni degne di migliori cause, il loro sdegno per la “grave” trasgressione commessa da Paola e dalla sua squadra.
Il secondo fine, da indiscrezioni, è la volontà di sferrare un pugno, un colpo mancino a Lucio Presta, marito di Paola, procuratore di molte star e protagonista nel mondo televisivo. Si vedrà. Presumo, se così è, che troveranno pane per i loro denti: Lucio ha un carattere pugnace, non è uno che incassi senza reagire. Ma, forse, così non è. Dunque fermiamoci al punto cruciale: se Maggioni e Campo Dall’Orto avessero davvero voglia di sostenere i doveri delle ragioni del servizio pubblico, siamo pronti a fornire loro un elenco minuzioso. Non lo facciamo qui perché sarebbe troppo lungo. D’altra parte, sono sicuro che i due massimi dirigenti di viale Mazzini e tutti i miei lettori conoscono benissimo questa lista di regole spesso disinvoltamente trascurate.

REPETITA NON IUVANT

repetita non iuvantSolo per curiosità, perché il tema cruciale è l’indisponente arroganza dei vertici Rai – instisto – vorrei ricordare che la lista di elogi per le ragazze dell’Est era stata già compilata e proposta da un sito satirico “OltreUomo”. È, con minore ironia, con identiche intenzioni un piccolo dibattito sull’argomento, alcuni anni fa era già apparso su “La vita in diretta”, conduttore Michele Cucuzza, capostruttura Daniel Toaff.

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