GASSMANN & GIALLINI, È NATA UNA COPPIA: “PERFETTI PERCHÉ COSÌ DIVERSI”

I due attori a confronto in “Beata ignoranza”. Per la terza volta insieme, ripropongono un modello caro alla commedia

Marco Giallini e Alessandro GassmannSul set ogni giorno la stessa scena: «Alessandro Gassmann arriva per primo, puntuale come un austriaco. Marco Giallini arriva tardi e ha sempre bisogno di inventarsi una polemica, di trovare qualcosa che non va. Insieme, però, funzionano benissimo, sono due maschi alfa molto differenti ed è proprio questa la ragione per cui insieme divertono così tanto». Per la terza volta, dopo Se Dio vuole e Tutta colpa di Freud, Giallini & Gassmann recitano fianco a fianco, stavolta diretti da Massimiliano Bruno in Beata ignoranza, commedia dolceamara sulle nostre vite dominate dal web: «La domanda del film – dice il regista – è “vi sentite meglio on-line o off-line? Chi siete veramente? Voi stessi o il vostro alter-ego? Stimate di più le vostre sconfitte reali o i vostri successi virtuali?».
Quesiti che, come detta la regola base della commedia a due posti, sono rappresentati dal testa a testa tra figure umane opposte. Da una parte Giallini nei panni di Ernesto, «severo conservatore, rigorosamente senza computer, tradizionalista anche con i suoi allievi, forse l’ultimo possessore di un Nokia del ’95». Dall’altra Filippo (Alessandro Gassmann), «allegro progressista, perennemente collegato al web, bello, spensierato, seduttore seriale sui social network». Dallo scontro nasce la comicità e i due personaggi, alla fine, diventeranno uomini migliori, specchiandosi l’uno nei difetti dell’altro.
«Ernesto sono io – dice Giallini -, come lui non sono il tipo che passa molto tempo suoi social». Gassmann, invece, spiega di «usare molto Twitter, per motivi professionali, ma anche per promuovere le mie piccole battaglie civili. Penso che l’uso dei social dovrebbe essere insegnato a scuola, ormai questa è una realtà importante e se usata bene, può diventare una macchina meravigliosa».
“Beata Ignoranza”, l’intervista al cast
Insomma, secondo la migliore tradizione del cinema di coppia, Giallini e Gassmann sono differenti anche nella vita vera. Come lo erano Bud Spencer e Terence Hill, Jack Lemmon e Walter Matthau, Totò e Peppino, Stanlio e Ollio, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia. E adesso anche Paola Cortellesi e Antonio Albanese che, con Mamma o papà?, nelle sale dal 14, hanno già incassato 2 milioni 200mila euro: «La forza del film – commenta l’ad di Medusa Giampaolo Letta – è nel grande lavoro degli sceneggiatori, nella regia di Riccardo Milani e nell’alchimia tra i protagonisti, che per la prima volta insieme sullo schermo possono essere già considerati la nuova coppia della grande commedia all’italiana».
Anche loro, come Giallini e Gassmann, diversi e complementari: «Uno è più regolare – dice Bruno – l’altro più istrione. Durante la lavorazione, le vere difficoltà sono arrivate quando in certe scene Gassmann guardava Giallini e non riusciva a frenare le risate, e insieme a lui tutta la troupe rideva, ci è capitato di dover battere anche venti ciak». Il segreto per resistere nel tempo è nel frequentarsi poco, un film e poi ognuno per la sua strada: «Finite le riprese – scherza Gassmann – ci terrei molto a non incontrare più Giallini, almeno per un po’ di tempo…». Il collega rincara la dose: «Quando ci lasciamo, ci viene una malinconia che dura mezz’ora, anche perché sappiamo che tanto ci rivedremo presto».
E così il gioco continua, uno provoca e l’altro ribatte, uno è serio e l’altro gioca su tutto. Dopo Beata ignoranza (giovedì in oltre 300 sale), Massimiliano Bruno pensa a una nuova storia a due piazze: «Fanno pensare a Vittorio Gassmann e a Ugo Tognazzi, possono fare ancora un po’ di strada insieme, d’altra parte siamo tutti amanti della commedia all’italiana, da C’eravamo tanto amati a Dramma della gelosia».

Fulvia Caprara, La Stampa

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