“Avatar”, dieci anni fa il kolossal new age di James Cameron

“Questo è il luogo dove le preghiere vengono ascoltate e qualche volta esaudite. Noi chiamiamo questi alberi Utral Aymokriyä, l’Albero delle Voci. Le voci dei nostri antenati. Tu sei un Omaticaya adesso: potrai costruire il tuo arco con il legno di Albero Casa. E potrai scegliere una donna”. “Io ho già scelto. Ma quella donna deve scegliere me”. “Ti ha già scelto”. Pandora compie 10 anni. Monti fluttuanti come castelli erranti di Miyazaki, le trecce degli amanti blu alti tre metri, Jake e Neytiri, interlacciate tra i semi di un salice piangente mentre fanno sesso tantrico, connesse ai viticci di un albero sacro che è la rete neurale cosmica. Era il dicembre 2009 e James Cameron portava la forza di gravità dei suoi Alieni (Aliens – Scontro finale) e tutto il metallo liquido del T-1000 (Terminator 2 – Il giorno del giudizio) sui cavi bioluminescenti di Atlantide, la luna della costellazione Alfa Centauri ricoperta di foreste e ricca di unobtainio. In Avatar l’anno 2154 segna un punto di non ritorno per la Terra e gli umani, svuotati di ogni risorsa energetica e costretti a cercarsi gas e vita in un pianeta lontano. La Pandora new age di Cameron al box office ha incassato più di 2 miliardi di dollari in tutto il mondo. Ora è anche un parco a tema tra Bay Lake e Lake Buena Vista, in Florida, una regione esplorabile “in carne e ossa” nella riserva zoologica Animal Kingdom a Walt Disney World. E in contemporanea al suo anniversario, Avatar sta per avere quattro sequel da spalmare nei prossimi anni in sala, nel formato sci-fi 3D di cui Cameron (dal primo fanta-corto Xenogenesis alla scuola di modellistica Roger Corman) è maestro.

Nel 2009, stando a Time Magazine, gli “Eroi dell’Ambiente” erano quelli che salvavano i fiumi delle montagne selvagge in Cina o chi misurava lo scioglimento dei ghiacciai nell’Artico. Dieci anni dopo: gli incendi in Amazzonia, il polmone del mondo. E il Green Deal della commissione europea appena presentato al Parlamento europeo. L’apocalisse, da una parte, e un nuovo inizio (il ripristino della biodiversità) dall’altra. Praticamente lo stesso percorso politico-esistenziale del marine paraplegico Jake Sully (l’australiano Sam Worthington), catapultato sotto l’Avatar Program nel paradiso terrestre del popolo Na’vi, sapienti umanoidi costretti a sgomberare il proprio Hometree, l’Albero Casa, sotto cui si nasconde l’unobtainio, il minerale “dell’altro mondo” prezioso per i terrestri a secco di organismi ed energia. “Seduci l’alieno, non ammazzarlo” gli ordina il capo del dipartimento (Sigourney Weaver). Fino a quando Jake-il colonizzatore non viene salvato dall’amazzone Neytiri, l’attrice Zoe Saldana mutata in Na’vi grazie ai prodigi della performance capture, e decide di passare alla ribellione dichiarando guerra ai militari bianchi. Ormai avatar azzurro e con i dreadlock, Jake cavalca sotto rocce e cascate il suo Banshee nel rito di passaggio dell’Ikran Makto, fa l’amore con Neytiri, prende arco e frecce e combatte gli elicotteri americani che dal Vietnam sono finiti direttamente a Pandora, assumendo la forma smontabile dei Transformers della Hasbro.

Oltre lo schermo, si domanda Variety, quanto è avanti la tecnologia messa a disposizione dalla neozelandese Weta Digital e a che punto è il boom del 3D sugli schermi Imax? Prima della Marvel-mania (vedi alla voce Avengers: Endgame, quasi 3 miliardi di dollari d’incasso) il costo di Avatar (200 milioni che in origine dovevano essere 400) aveva fatto rabbrividire gli executives della Fox. Ora che Disney si è mangiata 21st Century Fox – una fusione costata cento licenziamenti – il futuro di Avatar somiglia a quello lucasiano di Star Wars. “Il successo che ha avuto Avengers dimostra che la gente ha ancora voglia di andare al cinema” ha fatto sapere Cameron a Deadline. “La cosa che più mi spaventa del girare i prossimi Avatar così lontani nel tempo è il mercato, il non sapere se tra due o tre anni ci sarà ancora qualcuno disposto a sedersi nel buio di una sala con un mucchio di sconosciuti accanto”. La serie si concluderà nel 2027 e Avatar 2 vedrà la luce il 17 dicembre 2021. A quel punto, ogni nuovo capitolo (ambientato a Pandora) uscirà di anno in anno fino ad Avatar 5 previsto per il 17 dicembre 2027. “That’s a wrap, Na’vi Nation!” è il sottotitolo di una foto che immortala la fine della prima tornata di riprese, con la troupe a bordo della Sea Dragon, il gigantesco vascello che sembra traghettare non solo un altro salto in avanti per la storia del cinema (e della tecnologia) ma, con sé, i Thanator dalla criniera d’osso e le antenne da falena, i predatori Leonopteryx, i nettarìvori dal collo lungo Pa’li, in quella che è già una delle più grandi saghe del secolo.

Filippo Brunamonti, Repubblica.it

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