SANREMO: “CONTI, PERCHÉ NON PREMI LA SCUOLA FIORENTINA?”

La lettera aperta del cantautore Riccardo Azzurri. Aveva presentato un brano con Don Backy ma è stato scartato

riccardo-azzurriOgni anno sono tanti gli aspiranti partecipanti al Festival di Sanremo, ovviamente solo pochi passano la selezione della commissione musicale e chi resta fuori… non la prende sempre bene. Fra chi c’è rimasto male, quest’anno, c’è anche il cantautore fiorentino Riccardo Azzurri, già passato a Sanremo nel 1983, e che quest’anno aveva presentato una canzone scritta e cantata con Don Backy.
Azzurri ha scritto una lettera aperta al direttore artistico del Festival, Carlo Conti. La riportiamo qui di seguito.
“Carissimo Carlo, quanti ricordi dopo il mio Sanremo ’83 quando tu, insieme a Leonardo, venivate al Monnalisa (locale diventato poi Maracanà) a trovarmi sperando di incontrare un impresario di Pistoia, e quante serate poi dove tu con quei capelli ricci mi presentavi a Radio Fantasy con Marco Baldini ed anche in quel locale a te caro come l’Aloha a Fiesole, e che dire delle mie ospitate nel tuo programma di successo Succo d’arancia.
Quanta strada abbiamo fatto, decisamente tu ne hai fatta molto di più ma te lo meriti sei proprio un bravo presentatore e devo dire anche un bravo comico,simpatico. Rimasi di stucco e felice quando allo Stadio tre anni fa mi abbracciasti dicendomi sono trent’anni che ti conosco e tra me dissi, ma guarda non è cambiato per niente. C’è qualcosa però che vorrei dirti, ed è tanto che volevo chiedertelo: perché non dai chance agli artisti fiorentini, i nomi li conosci perfettamente perché hanno fatto parte del tuo inizio,e non ne esiste solo uno sulle cui qualità nessuno può discutere. Hai rifiutato canzoni scritte per e cantate dai “ragazzi di Sipario” ragazzi diversamente abili, altre scritte insieme con Aleandro Baldi, quest’anno addirittura un brano che ho scritto e cantato insieme a Don Backy. Non riesco a capire, non mi sono mai servito delle amicizie per affermare me stesso perché è sempre stato il pubblico a decretare se ciò che stavo facendo era giusto o meno, e tirando le somme sono tanti anni che canto e qualcosa forse vuole dire. Queste due righe Carlo non hanno un tono di rabbia o di rancore, ho imparato sulla mia pelle quanto vale l’amore per chi apprezza ciò che svolgo nelle residenze sanitarie assistite, voglio solo contestarti il fatto che Firenze ha un numero di cantautori come lo ha avuto Genova, Milano, Napoli e Roma con un passato alle spalle comunque ben apprezzato e seguito come lo facevi anche tu all’inizio, ma inspiegabilmente non hai voluto alimentare nella crescita questa scuola. Spadaro, Narciso Parigi e io, insieme agli altri cantautori di Firenze, siamo gli eredi musicali ai quali tu non hai voluto dare occasione alcuna. E’ chiaro che tu non devi niente a nessuno e quindi puoi anche cestinare questa lettera, ma ho sempre pensato che quando suonerà la campana non saranno i soldi in banca che faranno parlare di noi, solo le azioni partite dal nostro cuore alimenteranno le parole di chi ci ha stimato. Ciao Carlo, ti saluto sempre con grande stima e ho sempre vivo il ricordo di tua madre che ha sempre avuto belle parole verso di me. Un caro augurio di Buon Natale ed un felice anno nuovo alla tua famiglia e a tutti i tuoi successi. Riccardo”

LA NAZIONE

Torna in alto