AGENT X, OVVERO HILLARY NON PIACE AFFATTO (NEMMENO IN VERSIONE SHARON STONE)

agent-x(Tiziano Rapanà) Il crollo dei consensi della candidata democratica alla presidenza Usa, Hillary Clinton (certamente più sfortunata e meno carismatica del marito Bill), si poteva prevedere con largo anticipo, grazie al pessimo andazzo degli ascolti statunitensi della serie Agent X, (di prossimo debutto Mediaset, ossia venerdì in prima serata su Premium Action), che è andata in onda con scarsi risultati sulla rete via cavo TNT. Parlo coscientemente di previsione, perché la protagonista del telefilm è una Sharon Stone, agghindata e abbigliata in tutto e per tutto – taglio di capelli compreso – , a Lady Clinton. Ossia una vice presidente (nel film) impegnata a salvare il Paese da continui disastri, grazie ad un emendamento occulto presente nell’articolo 2 della costituzione USA. Naturalmente lo sceneggiato non risparmia la retorica patriottica statunitense, che è parte integrante del soggetto (al quale, bisogna dare atto dell’impegno di costruire un qualcosa di nuovo ed originale) e dell’interpretazione della Stone. E soprattutto non risparmia un pensare costante a Hillary Clinton come inquilina della casa bianca, che necessariamente (per chi scrive) fomenta un sospetto di una presenza di un dozzinale, quanto poco efficace, proponimento subliminale in favore della candidata del partito democratico.

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