Lino Banfi contro la censura di Facebook: “Zuckerberg, ti spezzo il capocollo!”

Lino Banfi non ci sta. La chiusura da parte di Facebook del gruppo “Noi che amiamo Lino Banfi official” a causa di un linguaggio, a detta del social, “volgare” che viole le linee guida della community, ha mandato su tutte le furie l’attore. Anche perché il linguaggio in questione sarebbe quello delle sue gag. E così Banfi ha scritto una lettera al “Corriere della Sera” per esprimere il suo disappunto attingendo a piene mani a quelle espressioni ritenute off limits da Facebook. “Ma come si permette ‘sto arcimiliardario maledetto che chi chezzo lo conosce? – scrive Banfi -. Arrivati a questo punto, se vuole la guerra, mi sfogo! Ti spezzo il capocollo e te lo metto a tracollo!”.

Erano ben 27mila gli iscritti a “Noi che amiamo Lino Banfi official”, un gruppo seguitissimo e amatissimo dai fan del comico pugliese. Che giustamente lo vedeva come una celebrazione della sua lunga carriera. “Da circa sette anni esiste un gruppo Facebook ideato e coordinato da Calogero Vignera. E sono davvero tante le persone di tre generazioni e di inizio di una quarta, che fanno e pubblicano cose bellissime in mio onore – scrive Banfi nella sua lettera al quotidiano -, e cosa succede? Si iscrivono decine di migliaia di fan di tutte le età e zac, arriva il signor Zuckerberg che ordina ai suoi algoritmi italiani: ‘Chiudete subito Banfi!'”.

Il casus belli sarebbe l’utilizzo di quello che Banfi definisce “il linguaggio banfiota”, ricco di esclamazioni tipo “Porca putténa, disgrazieto maledetto, ti metto l’intestino a tracollo”. A far scattare la censura di Facebook sarebbe stata in particolare l’esclamazione “Picchio De Sisti”, una celebre battuta tratta da “L’allenatore nel pallone”, in cui si giocava sul soprannome dell’allenatore (all’epoca) della Fiorentina e la voglia di Lino Banfi/Oronzo Canà di farsi giustizia per un torto subito in una partita. Per Facebook evidentemente non è possibile cogliere l’ironia e quindi quella è diventata un’espressione violenta, una minaccia.

E così Banfi nella sua lettera attacca direttamente Mark Zuckerberg. Altro che combattimento con Elon Musk, per il patron di Meta questa è il vero match: “Ma come si permette ‘sto arcimiliardario maledetto che chi chezzo lo conosce? – scrive Lino -. Arrivati a questo punto, se vuole la guerra, mi sfogo! CHEZZO! CHEPO DI CHEZZO! Ti metto i menischi nella scapolomerale! Ti spezzo il capocollo e te lo metto a tracollo! PORCA PUTTÉNA per tre volte e, dulcis in fundo: MI SONO ROTTO LE PELLE. E adesso fatemi pure arrestare”.

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