Balenciaga al Victoria & Albert Museum di Londra

Il genio e le opere del grande couturier spagnolo sono protagoniste della mostra “Balenciaga, Shaping Fashion”

Un couturier deve essere un architetto per il design, uno scultore per la forma, un pittore per il colore, un musicista per l’armonia e un filosofo per la temperanza”, diceva lo stilista spagnolo Cristóbal Balenciaga. Dal 27 maggio il Victoria & Albert Museum di Londra gli dedica una mostra, la prima inglese dedicata al designer, Balenciaga: Shaping Fashion.

L’esposizione è un ritorno a casa, un “focus on” sulle origini del suo stile portato avanti oggi, con i propri codici, da Demna Gvasalia, dal 2015 art director della storica maison (da tempo parte del gruppo Kering di François Pinault). Tre i settori, Front of House, Workrooms e Balenciaga’s Legacy: in tutto più di 100 capi e 20 cappelli, insieme a un numero consistente di sketches, disegni preparatori, fotografie e campioni di tessuto. L’ultima sezione ne racconta l’eredità attraverso il lavoro di giovani designer come Alexander Wang, Molly Goddard, J.W.Anderson e naturalmente Gvasalia.

Nato nel 1895 a Getaria, nei Paesi Baschi, e scomparso nel 1972, Balenciaga è tra i più influenti stilisti del Novecento. Lavora soprattutto negli anni ’50 e ‘60, è contemporaneo di Dior, di cui non apprezzava il New Look fatto di corsetti aderenti e gonne a corolla. L’unico credo per tutta la vita è solo uno: scolpire la silhouette tra geometrie antitradizionali e forme pure.

Fra i suoi capi simbolo c’è sicuramente il tubino con i quattro angoli fermati sullo scollo, detto The envelope dress, quindi le spalle ampie e a palloncino. Il famoso Abito a sacco costituito da una semplice tunica in crêpe nero senza vita con otto bottoni e le Chou Noir, una cappa in gazar di seta con un enorme rouche sul volto che poteva essere indossata sulle spalle o come cappuccio.Riservatissimo, allergico al divismo, irascibile e perfezionista, Balenciaga era gelosissimo delle sue creazioni tanto da obbligare le sue sarte a svuotare le tasche: sospettava che rubassero i suoi disegni. Nel 1968 il couturier chiude l’atelier, i venti della contestazione cambiano la moda. Balenciaga muore pochi anni dopo.

MICHAELA K. BELLISARIO, Io Donna

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