Aurelio Grimaldi: “Il delitto Mattarella” uscirà al cinema e poi nelle scuole

E’ di un sacrificio che parla il film di Aurelio Grimaldi, ‘Il delitto Mattarella’, in sala dal prossimo 2 luglio distribuito da Cine1 Italia. Un sacrificio di un uomo onesto, Piersanti Mattarella, presidente della Regione Sicilia ucciso il 6 gennaio 1980 all’uscita di casa. Eliminato dalla mafia perché, come si legge nella sentenza della Corte di Assise del 12 aprile 1995, con la sua azione “voleva bloccare proprio quel perverso circuito (tra mafia e pubblica amministrazione) incidendo così pesantemente proprio su questi illeciti interessi”, guidato dal desiderio di poter avere “una Sicilia con le carte in regola”. 
E questo film arriva ora, al cinema, per volontà di Aurelio Grimaldi perché Piersanti Mattarella, come dice il regista, “è una figura ingiustamente dimenticata al punto che a Roma e Milano non esiste nemmeno una via a lui dedicata”.
Di questo delitto si conoscono i mandanti – la cupola di Cosa Nostra guidata da Totò Riina – ma non gli esecutori materiali, seppure la moglie del politico Dc, presente in macchina con lui al momento dell’agguato, avesse riconosciuto in Giusva Fioravanti, esponente di spicco dei terroristi neri dei Nar, l’autore dell’omicidio. Il film, co-prodotto da Cine 1 Italia e Arancia Cinema e in qualità d’investitore esterno dalla società Edilizia Acrobatica SpA, con il supporto della Sicilia Film Commission e Sensi Contemporanei, si avvale di un ricco cast siciliano, composto da Antonio Alverario (Mattarella), Claudio Castrogiovanni, Nicasio Catanese, David Coco, Vincenzo Crivello, Francesco Di Leva, Donatella Finocchiaro, Lollo Franco, Sergio Friscia, Ivan Giambirtone, Leo Gullotta, Guia Jelo, Francesco La Mantia, Vittorio Magazzù, Tuccio Musumeci, Tony Sperandeo, Andrea Tidona. Quello di Aurelio Grimaldi vuole essere un vero e proprio tributo alla memoria di Piersanti Mattarella a cui hanno partecipato con entusiasmo gli attori siciliani coinvolti nel progetto che si avvale, a sua volta, di una troupe interamente siciliana. Il 62enne regista e sceneggiatore, nativo di Modica, da anni raccoglie materiali sul caso Mattarella. Dopo l’elezione del fratello Sergio al Quirinale ha scritto una sceneggiatura densa di fatti e documenti, con l’intento di combattere l’oblio in cui è caduta la vicenda, convinto che il presidente della Regione Sicilia assassinato non disturbava solo gli equilibri in essere nella Dc ma entrava a gamba tesa sugli affari e gli accordi tra politica e mafia, la quale, per l’omicidio Mattarella, si allea con l’estrema destra romana neofascista in cambio dell’evasione dal carcere dell’Ucciardone del leader Concutelli. Una tesi che non è stata accettata nel processo (e che anche il superpentito Tommaso Buscetta ha escluso davanti alla Commissione Parlamentare Antimafia il 12 novembre 1992, quando affermò: “Le garantisco che i fascisti in questo omicidio non c’entrano. Quei due sono innocenti”, per poi aggiungere: “La Cosa nostra non fa agire due fascisti per ammazzare un presidente della Regione. È un controsenso”) ma che nel film viene ritenuta l’unica possibile.
Nel ‘Delitto Mattarella’ si ripercorrono gli ultimi mesi della vita del presidente della Regione Sicilia, la sua lotta alla corruzione legata agli appalti, il suo rigore etico che lo porta a scontrarsi con personaggi del suo stesso partito legati alla mafia come Vito Ciancimino e Salvo Lima, la sua volontà di portare avanti il progetto del suo mentore Aldo Moro di un compromesso storico regionale con un accordo tra Dc e Pci. Nel film Grimaldi inserisce anche la figura di Giulio Andreotti, capo della corrente politica di Salvo Lima, presente due volte in Sicilia a parlare con i boss di Cosa Nostra, come testimoniato al processo Mattarella dal pentito Francesco Marino Mannoia. In maniera a volte didascalica, citando fonti processuali e testimonianze reali, ‘Il delitto Mattarella’ ha il pregio di riportare la luce su un omicidio eccellente – il secondo dopo quello di Aldo Moro – di cui si parla poco e che negli anni è stato quasi dimenticato. In un periodo buio per l’Italia in cui era raro trovare chi si opponesse – anche a costo della vita – agli affari tra politica e mafia. Piersanti Mattarella lo fece e Aurelio Grimaldi vuole ricordarlo col suo film dove, alla fine, lancia anche una sorta di appello che oggi, in un momento di ‘moralizzazione’ storica in cui si imbrattano statue e si cambiano i nomi a piazze e strade, suona ancora più forte: dedicate una via a Piersanti Mattarella.  “Appartengo alla vecchia generazione, per me un film nelle piattaforme è impensabile, a prescindere dagli spettatori che avremo”. Così Aurelio Grimaldi regista e sceneggiatore de ‘Il delitto Mattarella’, ha spiegato la sua decisione di far uscire il suo film sul grande schermo, seppur in una data non felicissima, il 2 luglio. “A settembre e ottobre c’era una lunga lista, e visto che questo è un film di impegno civile, era importante farlo contribuire anche alla riapertura delle sale che hanno un gran bisogno di film inediti”. Per Grimaldi ora è importante per esercenti, distributori, produttori, fare fronte comune: “In questo momento di rilancio del Paese non si può pensare solo a se stessi”. Dopo il suo cammino nelle sale e nelle arene, ha aggiunto, il film sarà destinato alle scuole.

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