LO SFOGO DI SCAMARCIO: “PAGO LO SCOTTO DI RACCONTARE STORIE SCOMODE”

L’attore e produttore sulla Croisette per presentare “Pericle Il Nero”

scamarcioLa partecipazione a uno dei Festival cinematografici più famosi al mondo per Riccardo Scamarcio è «la giusta conclusione di un percorso fatto con chi ha preso parte a un duro lavoro lungo tre anni». Ma il protagonista e produttore di «Pericle Il Nero», presentato come unica pellicola italiana nella sezione «Un Certain Regard», ha anche qualche sassolino dalle scarpe da togliersi. Il film diretto da Stefano Mordini ha avuto una tiepida accoglienza dal pubblico italiano. «Sapevamo che non era un film per tutti, ma bisogna anche saper osare e non accontentarsi del cinema consolatorio e rassicurante», afferma l’attore che nella pellicola interpreta lo scagnozzo di un boss della camorra emigrato in Belgio che, dopo un errore durante una spedizione punitiva, si sente condannato a morte e inizia una fuga che lo porterà nel nord della Francia alla ricerca di una nuova vita. Fino alla resa dei conti.
Scamarcio, cosa pensa della prima settimana di uscita del film in Italia?
«Pericle Il Nero non è un film per tutti. Credo che si possa considerare un valore, però. Ci sono tanti generi di cinema ed è giusto che esistano tutti. Ci sono lavori come il nostro che fanno grande fatica al giorno d’oggi. Prendiamo atto che il cinema consolatorio e rassicurante piace a molti, ma talvolta bisogna creare anche qualcosa di scomodo».
Lei ha creduto fin dal primo momento in questo progetto.
«Abbiamo iniziato a parlare di voler realizzare il film proprio a Cannes tre anni fa, quando abbiamo presentato “Miele” (pellicola diretta dalla compagna Valeria Golino e prodotta sempre dalla Buena Onda, ndr). Da quel momento è iniziato un duro lavoro durato tre anni. Inizialmente pensavamo di non riuscire a produrre il film, ma ci siamo riusciti anche grazie al regista».
Chi è Pericle?
«È un personaggio duro, violento e sgradevole nella prima parte del film. Ma poi avviene una trasformazione in lui che spero il pubblico capisca».
Come ha creato il personaggio?
«Il primo approccio è avvenuto attraverso una lettura ad alta voce. Ho cercato nelle sue parole e nella cadenza napoletana la chiave per creare Pericle».
Che tipo di accoglienza ha avvertito qui al Festival?
«C’è curiosità e interesse intorno al film. I selezionatori della sezione sono gli stessi del concorso principale e il fatto che sia piaciuto a loro ci restituisce sicuramente una grande soddisfazione».

Giu. Bia., Il Tempo

Torna in alto