Pupo: mi è tornata la voglia di musica

Se inizia, non lo fermi più: la parlantina di Pupo è leggendaria. Stavolta parla dal suo piccolo studio di registrazione: «Sto preparando una versione di Bella Ciao per il Festival musicale di Yalta. Pupo che canta Bella ciao, chi l’avrebbe detto». L’uomo dalle mille vite, nato e rinato più volte, ha appena pubblicato I colori della tua mente, che è il suo ritorno alla musica ma anche l’urlo di un figlio davanti alla madre malata: «Ha iniziato a perdersi qualche anno fa, una forma di demenza senile che non lascia scampo». Durante il lockdown Enzo Ghinazzi detto Pupo, 65 anni, si è rimesso a scrivere canzoni: «Mi è tornata la voglia di musica, dopotutto sono nella stessa abitazione dove sono nati i miei pezzi più famosi», spiega davanti a un mixer.

Avrebbe potuto presentarlo a Sanremo.

«Amadeus l’ha ascoltato ma voleva dare al Festival un contenuto più leggero visti i tempi».

Non a caso Musica leggerissima è uno dei brani più ascoltati di questa edizione.

«Anche l’unico che mi piace. Non dico che gli altri siano brutti, per carità, ma non rientrano tra i miei gusti».

Però ha voglia di musica.

«Ho già rimandato i miei concerti del 2020 e pure del 2021 ma ne ho fissati già molti in giro per il mondo nel 2022, dall’Europa all’Australia. In Italia mi vedono come un portatore di allegria, ma non sono soltanto questo. Ho scritto brani come L’equilibrista oppure Sei caduto anche tu, dedicata a mio papà, che all’estero sono considerati una sorta di poesia».

Perché questa diversità?

«Non so, anche se mi dispiace».

Forse perché Pupo ha sempre raccontato tutto di sé, anche quando era «sconveniente».

«Mi sono sempre raccontato senza filtri e questo può avermi condizionato. Non sono di sinistra, il Vaticano non mi ha mai appoggiato e ho fatto degli errori. Ma se mi fossi venduto ad altre idee, non credo sarebbe cambiato molto».

La tante vite di Pupo.

«Sono esploso, sono caduto, ma sono risalito. Anzi, non sono soltanto risalito, credo di essere tornato meglio di prima».

Ad esempio?

«Sono contento di esser stato capace di una sorta di miracolo d’amore grazie al rapporto con due donne, che è un rapporto bello, nel quale ora condividiamo un sacco di momenti. No, non quelli ovviamente. Momenti di vita. E loro si sentono, si vogliono bene».

Pupo musicale canta di sua mamma.

«Ha vissuto bene per 85 anni, ora ne ha 88 ed è in una struttura specializzata. Cerco di mantenere il contatto con lei, le ho portato tutti i suoi mobili così si convince di essere a casa. Non migliorerà, ma ha virato verso la dolcezza, non l’ho mai vista così affettuosa».

E il Pupo televisivo?

«Evito i talk show dove poi magari vengo strumentalizzato. Ma sento spesso Alfonso Signorini che mi dice Dài che presto ripartiamo (Pupo è stato opinionista al Grande Fratello Vip – ndr). Ma dipende quando ricomincerà il programma: dirò di no se sarà in concomitanza con i miei impegni musicali».

Se le proponessero un programma?

«A un impegno quotidiano direi di no. Ma se ci fossero eventi singoli allora sì. A patto che non siano nostalgici come quelli fatti per Ricchi e Poveri o Christian De Sica, ad esempio. Mi piacciono più i programmi come Top dieci di Carlo Conti, che è nostalgico ma moderno. Non farei mai una cosa del tipo Pupo canta i suoi successi».

In tv è rinato con Il malloppo e poi con Affari tuoi.

«Ricordo una volta che avevo criticato la spavalderia di un concorrente che voleva puntare sempre più alto così lui si è fermato. Poi si è scoperto che avrebbe vinto mezzo milione…».

Ora si parla di body shaming, di derisione dell’aspetto fisico. Su di lei hanno fatto spesso ironia. Quanto l’ha patita?

«Non mi ha mai ferito, anche perché sarò brevilineo ma sono pur sempre alto 1,67 (sorride – ndr). Forse ero in imbarazzo alle elementari, quando la maestra mi metteva nel banco davanti, ma tutto è finito allora. Poi quando ho scoperto le Hogan che ti alzano di 3 centimetri ho svoltato (ride, ndr)».

Gioca ancora?

«Il gioco e il sesso sono state le mie spese più importanti. Ora le ho eliminate, per questo sono ricco (ride, ndr)».

Paolo Giordano, ilgiornale.it

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