L’arte vive sul web, 2500 musei visitabili online

Il Met prevede chiusura fino a luglio, perdite di 100 milioni

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Il Met di New York, uno dei piu’ importanti musei del mondo, prevede di restare chiuso fino a luglio. “Sono tempi estremamente difficili”, hanno scritto il presidente, Dan Weiss, e il direttore, Max Hollein, ai capi dipartimento basandosi nelle loro previsioni su informazioni ricevute dal “mondo degli epidemiologi”, secondo cui la pandemia potrebbe raggiungere il picco all’inizio di maggio e che la ripresa non comincera’ che alla meta’ di giugno.

Il Met anticipa anche perdite di 100 milioni di dollari a causa del coronavirus che solo sei giorni fa lo ha costretto a chiudere “temporaneamente” al pubblico: un buco nero finanziario che portera’ prevedibilmente a una radicale ristrutturazione degli organici e dei programmi per il futuro. Il museo e’ stato uno delle prime istituzioni culturali negli Usa a chiudere al pubblico venerdi’ scorso. “E’ un importante canarino nella miniera”, ha scritto il New York Times che ha ottenuto la lettera di Weiss e Hollein: “Se anche un gigante finanziario come il Met – con un budget operativo di 320 milioni di dollari e un capitale di 3,6 miliardi – prevede perdite cosi’ gravi, istituzioni minori rischiano il collasso”.

Secondo la presidente della American Alliance of Museums Laura Lott, un terzo dei musei oggi chiusi potrebbe non riaprire una volta superata la crisi. Intanto pero’ il mondo dell’arte si rimbocca le maniche per servire il suo pubblico nei prossimi mesi: attraverso le pagine Arts and Culture di Google 2500 musei e gallerie offrono tour virtuali di collezioni permamenti e mostre in aggiunta a programmi in streaming come conferenze e dibattiti. Tra le istituzioni che hanno aderito all’iniziativa ci sono la Tate e il British Museum a Londra, gli Uffizi a Firenze, la National Gallery di Washington, il Getty a Los Angeles, il Museo di Pergamo a Berlino e, a New York, il MoMA e il Whitney. Molte grandi gallerie d’arte, da Pace a Gagosian, hanno aperto “viewing room” online per i loro clienti. Le case d’aste continuano a vendere ma ovviamente solo sul web. Quanto al Met ha avviato un programma in tre fasi, delineato nella lettera di Weiss e Hollein: tutto lo staff a casa pagato fino al 4 aprile, mentre il museo studia il piano di ristrutturazione aziendale; da aprile a luglio uno studio di controllo delle spese e dei costi operativi; da luglio a ottobre la riapertura “con un programma ridotto, anticipando un minore afflusso di pubblico per almeno il prossimo anno a causa di una riduzione del turismo internazionale e interno”. Negli ultimi anni, prima dell’emergenza virus, il Met accoglieva una media di sette milioni di visitatori all’anno.

Ansa.it

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